Programma

 

Linee Programmatiche 2019 – 2024

 

INTRODUZIONE

COMUNITÀ GUALDESE

 

Il sindaco di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti, la Giunta, il Consiglio comunale, la struttura amministrativa e tutti coloro che hanno contribuito al progetto ed alla realizzazione di quanto programmato, vengono da cinque anni  durante i quali la passione,  la totale disponibilità e dedizione per la comunità gualdese non sono mai venuti meno. E tutto questo è stato messo in campo attraverso la cura per le relazioni, il contatto giornaliero con i cittadini, l’interesse per ogni richiesta e per ogni argomento che potessero coinvolgere i bisogni e le aspettative di tutti i gualdesi, così come attraverso la massima apertura verso coloro che hanno creduto di poter dare un contributo, piccolo o grande che sia, al miglioramento della qualità della vita, alla bellezza ed al senso profondo di comunità.

E’ stata la dimostrazione pratica della forza di una comunità, il coraggio di andare oltre i propri limiti: da sempre, comunità, infatti,  indica ciò che è pubblico, universale, generale, in quanto contrapposto a proprium, proprio di uno solo

Nella società in via di globalizzazione, la dimensione territoriale della comunità (città o comunità locale) viene continuamente erosa. Questo processo, data dall’inizio della modernità, è destinato a continuare come forma di differenziazione sociale. Tuttavia se è vero che la società capitalista erode le comunità, specie quelle territoriali, dall’altro essa genera continuamente il bisogno di nuove comunità, specie quelle relazionali; si attivano pertanto nuove forme di “comunità virtuali” per esempio attraverso Internet, che possono anticipare una nuova società civile globale; comunità dove non è necessario il contatto fisico o la vicinanza geografica, ma che non possono vedere applicate tutte le regole di una comunità “materiale”. In queste nuove comunità, in questo mutamento, è facile la perdita dei valori caratterizzanti, quali il senso di appartenenza, fratellanza ed empatia. Una comunità invece, prevede una struttura organizzativa sociale, con una estensione geografica limitata, una città ad esempio, in cui gli abitanti abbiano delle caratteristiche, degli interessi, degli obiettivi comuni. Servono caratteristiche forti, tali da creare un’identità degli appartenenti, tramite una storia comune, ideali condivisi, tradizioni. Una dimensione di vita comunitaria implica quindi la condivisione di un sistema di significati, come norme comportamentali, valori, una storia comune o la produzione di artefatti, che nel nostro caso ben si raffigura con la produzione della ceramica o di altre attività o produzioni agro-alimentari caratterizzanti.

La storia della comunità, testimonia la capacità di affrontare situazioni critiche ed è costellata di eventi, che tanto più sono condivisi (ad esempio attraverso le celebrazioni) tanto più diventano significativi per la collettività stessa.

Ma esiste una comunità più ampia, la comunità umana, che coincide con l’umanità, perché tutti gli uomini hanno dei valori e obiettivi condivisi, possiedono, o dovrebbero possedere, gli stessi diritti; una comunità ben rappresentata dal Sindaco, che ha saputo conquistarsi con il suo operato intenso e qualificato, la fiducia dei gualdesi, anche di quelli di diversa appartenenza politica. Siamo convinti e certi che questa fiducia sarà confermata e dimostrata alle prossime elezioni amministrative. Gualdo, città della comunità umana.

La nostra Amministrazione e la Città si è riconosciuta in comportamenti e scelte appartenenti al sentire dei più, che poco hanno a che vedere con il tentativo di disumanizzazione predicata a più livelli, anche dal governo centrale

Gualdo città comunità aperta, accogliente, riunita intorno alla Rocca, ma con lo sguardo sul mondo: INSIEME POSSIAMO.

 

IL LAVORO AL PRIMO POSTO 

 Anche nel prossimo mandato legislativo, Il filo conduttore dell’azione amministrativa sarà il lavoro, alla base della vita e della dignità delle persone.

Un Sindaco affidabile e meritevole di fiducia, persona seria, che non punti soltanto ad azioni al fine di benefici elettoralistici o effimeri, sa bene, anche in relazione al periodo difficile che stiamo vivendo, che per mettere in atto quella che noi abbiamo definito e definiamo ancora una vera “rivoluzione culturale” la quale coinvolge sia il merito che il metodo, necessita percorsi lunghi ed articolati,  da realizzare in due o più mandati amministrativi.

La nostra serietà ci impone lungimiranza, pensare una città ed un territorio almeno per i prossimi venti-venticinque anni in tutti i settori, nella piena consapevolezza dei mutamenti dei tempi e del mondo del lavoro in genere. Non possiamo che ripartire da ciò che abbiamo, da ciò che in questo quinquennio abbiamo difeso e fatto crescere.

Ripartiamo da ciò che abbiamo, senza stravolgimenti, in maniera razionale, nella consapevolezza delle difficoltà nel reperire risorse, nella certezza di avere avviato percorsi che nel tempo daranno i loro frutti. Ed è proprio il ripartire da fondamenta solide che ci permetterà quella evoluzione e maturazione degli eventi, che non costituirà stravolgimento, ma semplicemente valorizzazione, integrazione, promozione, cambio di prospettiva e ricerca continua e coerente. Non possiamo che confermare che a Gualdo esistono solide fondamenta: sono costituite dalla laboriosità e dalla volontà di affermazione  dei gualdesi, da una natura ancora non troppo compromessa, da prodotti di pregio che vanno dall’agroalimentare alla ceramica. L’opera eccellente di gualdesi illustri è e sarà da insegnamento per intraprendere un cammino di crescita culturale e di vigore della proposta e dei progetti, che sicuramente ci condurrà anche ad un beneficio occupazionale, occupazione professionale ed intellettuale. Concretezza ed ambizione, con l’aiuto delle migliori forze e le migliori menti, disposte a contribuire fattivamente al proseguimento del nostro  progetto, difficile ma realizzabile.

Il filo conduttore della prossima azione amministrativa sarà ancora contribuire a costruire opportunità di lavoro, lavoro alla base della vita e della dignità delle persone.

Continuare in una vera e propria “rivoluzione culturale”, ripensare una città ed un territorio almeno per i prossimi venti-venticinque anni, in tutti i settori, nella piena consapevolezza dei mutamenti dei tempi,  del mondo del lavoro in genere e che ogni posto di lavoro è prezioso. INSIEME POSSIAMO.

GUALDO CITTÀ ATTENTA AI BISOGNI DEI PIÙ FRAGILI 

Tanti sono stati gli interventi a sostegno delle situazioni di disagio, a favore di bambini, giovani, anziani, famiglie, disoccupati, disabilità. L’obiettivo è e rimarrà non lasciare indietro nessuno.

Abbiamo investito e attratto risorse attraverso progetti innovativi, condivisi anche con altri Enti pubblici e privati, per quasi tre milioni di euro. Inoltre, sono stati finanziati due grandi progetti di welfare diffuso da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, nei quali il Comune di Gualdo Tadino è stato co-protagonista: progetto “Rete” e “Welfare comunitario” con l’ associazione “Educare alla vita buona” e  la cooperativa  sociale Asad per 700.000 euro.  Ora proponiamo un progetto  denominato “Tutti alla pari” per contrastare la dispersione scolastica, rendere sempre più accessibile  la  formazione , potenziare le risorse delle persone in difficoltà o svantaggiate, implementare i corsi di lingua per stranieri,  offrire corsi intensivi su materie specifiche e proporre  agevolazioni per l’acquisto di materiali didattici. Insieme a tanti comuni in Umbria ed in Italia, abbiamo convintamente contribuito alla costruzione di una rete di città per l’accoglienza diffusa dei migranti richiedenti asilo. Gualdo Tadino è portata ad esempio su scala nazionale per le sue buone pratiche che nel tempo hanno permesso di impegnare tanti ragazzi in lavori di pubblica utilità: tutto ciò in nome dell’accoglienza, integrazione e legalità. INSIEME POSSIAMO

GUALDO CITTA’ SICURA 

 In questo delicato e fondamentale ambito della vita cittadina, riteniamo necessario investire sul personale e sui mezzi in sinergia con le forze dell’ordine, polizia municipale, carabinieri, polizia di Stato, guardia di finanza, vigili del fuoco, per migliorare il controllo del territorio. Riteniamo imprescindibile rafforzare le azioni di contrasto alla microcriminalità, allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina, di far valere le ordinanze già deliberate contro i fenomeni della prostituzione e dell’accattonaggio molesto. Di notevole importanza è, inoltre, considerata la sottoscrizione del protocollo per la legalità e contro le infiltrazioni mafiose con la questura  e la prefettura di Perugia. Legalità ,sicurezza e integrazione possono e devono coesistere e lo abbiamo dimostrato: quattro espulsioni, decine di arresti per spaccio, furti e microcriminalità, divieto di dimora, controlli nelle scuole, aumento della video sorveglianza, più uomini e mezzi sul territorio,  per una Gualdo città della legalità e della sicurezza: INSIEME POSSIAMO.

PROGRAMMARE IL FUTURO 

Iniziamo con il citare i due grandi progetti per Gualdo “Rocchetta” e il “recupero dell’area dell’ex ospedale Calai”: inutili e dannose vicissitudini giudiziarie hanno impedito lo sviluppo di questi interventi.  Per l’ex nosocomio, proprio nell’ultimo periodo, si è finalmente arrivati alla  sentenza definitiva che sblocca l’iter per poter realizzare i lavori.  Nel caso di Rocchetta, la neo ricostituita Comunanza agraria, distintasi esclusivamente per calcare, in maniera maniacale e dannosa per la città, le scale dei tribunali,  ha bloccato di fatto, da più di tre anni, un progetto da trenta milioni di euro, arrecando un danno incalcolabile a tutta la città, ha messo repentaglio l’intero investimento “Rocchetta” su Gualdo. Avremmo fatto a meno volentieri, in questa fase, di fare delle ulteriori precisazioni su di un progetto serio e di estrema importanza per la nostra Città, il “Progetto Rocchetta”: lo chiamiamo  così per semplicità, ma in realtà, tale è la sua importanza, che andrebbe chiamato “Progetto per Gualdo”.

Visto che non si perde occasione per dissertazioni, valutazioni, pareri che spesso assurgono a giudizi, utili, forse necessari, addirittura doverosi, non sappiamo, ma sicuramente inesatti e privi di fondamento, sull’operato di questa Amministrazione uscente, riteniamo che sia il caso, appunto, di precisare. Sulla questione Rocchetta – questione sui tavoli di questa Città ormai da decenni – non possono che valere principi di base, universali, che stanno all’origine, e che regolano il rapporto uomo-natura- ambiente in tutta la sua pienezza, non possono che valere il rispetto delle regole e della leggi, alla base di ogni civile convivenza e di ogni azione amministrativa. E se le regole e le leggi sono comunque frutto di convenzionalità, di pensiero e azione dell’uomo e pertanto certamente perfettibili, ciò che è alla base del rapporto e del forte legame tra l’uomo e l’ambiente  nel quale l’uomo vive ed opera, va ben al di là di ogni congettura e convenzionalità. Questo concetto non ci è estraneo, come qualcuno vorrebbe far credere ai cittadini gualdesi, anzi, ci è proprio al punto tale di ritenerlo inattaccabile da ogni possibile dialettica. Nessuna dialettica, nessuna sintesi , nessuna convenzionalità, potrà fondare, né demolire, principi universali frutto di natura e non certo di cultura. La nostra Amministrazione è fermamente convinta della bontà del progetto proposto dall’azienda Rocchetta che darà l’opportunità a Gualdo e ai gualdesi, tra le tante occasioni, anche quella di una sistemazione e valorizzazione di luoghi resi belli ma anche ingiuriati, dalla natura stessa. Il Progetto Rocchetta è  e deve essere un progetto che travalica le appartenenze politiche, il settarismo e tutto ciò che possa distogliere dalla rinascita economica e culturale di Gualdo; è e deve essere un progetto a medio e lungo termine che vada sempre e comunque nella direzione di ciò che è bene e di ciò che è meglio per Gualdo e i suoi cittadini. Non sfugge a nessuno il momento difficile, la necessità di lavorare, le difficoltà economiche, non sfugge certo a questa Amministrazione il compito di favorire processi e progetti, sani e realizzabili, che possano alleviare, di poco o di molto, queste difficoltà: congetture, sospetti, malizie, strumentalizzazioni, non troveranno albergo. Noi siamo per fare le cose e spenderemo il massimo di cui siamo capaci per farle bene. Saremo assolutamente garanti che tale progetto vada sempre e comunque nella direzione di ciò che è bene e di ciò che è meglio per Gualdo e i gualdesi.

Non possiamo non soffermarci sulla vicenda “Tagina”, le grandi difficoltà vissute dalla nostra prestigiosa Azienda e soprattutto dai lavoratori e le loro famiglie.  Anche in questo caso all’insegna di “insieme possiamo”, insieme, appunto, ai lavoratori, alle forze sindacali, alla proprietà uscente, quando tutto sembrava irrimediabilmente perso, si è vinto la battaglia. La strada è ancora lunga, ma il cammino sembra essere quello giusto.

Proseguiamo nell’elencare la mole di risorse e investimenti pubblici degli ultimi cinque anni, che a Gualdo non si registravano dai tempi della ricostruzione post sismica: 25 milioni di euro, dei quali 14 già tradotti in opere, opere pari a 9 milioni già finanziati ed in esecuzione, 50 milioni di euro in investimenti privati, tutto non gravando ulteriormente attraverso le tasse sui cittadini e migliorando la qualità dei servizi.

Il grande lavoro progettuale e di programmazione di questa legislatura ha consentito il raggiungimento di importanti risultati, alcuni dei quali attesi da anni, e di ottenere cospicui finanziamenti da Regione, Stato, Unione Europea, Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Gualdo, una città che si è riconquistata l’autorevolezza e la considerazione che merita grazie a scelte coraggiose e una strategia amministrativa che hanno tra l’altro consentito di ridurre la pressione fiscale ed aumentare la quantità e la qualità dei servizi.

Tra le opere pubbliche eseguite, annoveriamo: la scuola materna capoluogo (335.000 euro), la scuola “Otello Sordi” San Rocco (275.000 euro), PIR via Monina (725.000 euro), PIR via Mastrogiorgio (1.750.000 euro), mura urbiche (200.000 euro), giardini pubblici “Rolando Pinacoli” (135.000 euro), teatro Talia (1.524.000 euro), base scout “La Colonia” (99.000 euro), recupero opificio ex Monina (450.000 euro), Easp 1° stralcio (75.000 euro), centro sportivo “Nello Saltutti” (200.000 euro), stadio comunale “C. A. Luzi” (58.000 euro), piscina comunale (99.000 euro), palasport “C.A. Luzi” (145.000 euro), ponte Rio Vaccara (91.000 euro), ponte Santa Croce (74.000 euro), muro Monina (280.000 euro), per un totale di 6.515.000 euro.

Tra le opere pubbliche finanziate in fase di progettazione od esecuzione, elenchiamo: Centro promozionale della Ceramica (900.000 euro), Easp 2° stralcio (75.000 euro), scuola primaria “D. Tittarelli” (1.720.000 euro), scuola infanzia e primarie Cartiere (730.000 euro), verifica vulnerabilità sismica tutte le scuole (115.000 euro), ascensore collegamento piazzale Fulvio Sbarretti – piazza Soprammuro (250.000 euro), parcheggio approdo Via Zoccolanti (200.000 euro), recupero campetti San Rocco (205.000 euro), parte storica cimitero civico San Facondino  (948.000 euro), mitigazione idraulica Fosso “Scaramucci” (150.000 euro), Risorse Gal su patrimonio comunale  delcentro storico (250.000 euro), campo sportivo Caprara (40.000 euro), palasport C.A. Luzi (60.000 euro).

A tutto ciò dobbiamo aggiungere i numerosi interventi  di manutenzione ordinaria e straordinaria: dopo anni di incuria, grazie alla nostra Amministrazione, strade, scuole, verde pubblico, cimitero, pubblica illuminazione, patrimonio immobiliare, in tutto il territorio ed in tutte le frazioni, sono stati oggetto di intervento per un importo complessivo che supera 1,5 milioni di euro. Altri interventi sono già programmati e finanziati per un importo di 350.000 euro. Il costante confronto con Umbra Acque ha permesso di programmare importanti investimenti per ridurre le perdite idriche, che superavano il 60%, recuperando ben 12 litri/secondo di acqua e dare risposte a problemi vecchi di anni quali l’approvvigionamento o della frazione di Osteria Cerasa. In totale sono stati eseguiti lavori per 400.000 euro e ne sono in programma, già finanziati, per il prossimo triennio altrettanti.

Anche le strade provinciali sono tornate ad essere oggetto di cospicui interventi: lavori già eseguiti per 200.000 euro, programmati e finanziati per 500.000 euro. INSIEME POSSIAMO

ISTRUZIONE E SCUOLA 

La qualità della scuola passa anche attraverso la rispondenza degli edifici in termini di sicurezza e di vivibilità degli spazi, a partire dall’asilo nido, sino alle scuole superiori sono stati effettuati importanti interventi sulle strutture ed altri sono in via di esecuzione. Ma è soprattutto la qualità dell’offerta formativa che vede questa Amministrazione – in stretta collaborazione con le dirigenze scolastiche e con il corpo docente – impegnata nell’ottenere indirizzi e progetti che da un lato costituiscano un valore in sé e, dall’altro, rappresentino anche una risposta alle particolari esigenze territoriali. Tra gli interventi realizzati, citiamo la “settimana corta”, attività extrascolastiche di pregio, aiuto compiti,  dotazione  strumentazioni digitali “Progetto Scuola 2.0” istituzione del nuovo indirizzo tecnico-grafico e si sta lavorando per ottenere una sperimentazione, unica in Italia nella scuola pubblica,  del Liceo Artigianale.

Riteniamo che l’offerta formativa e l’istruzione nelle scuole gualdesi  debba tornare ad avere un ruolo da protagonista e per raggiungere questo obiettivo finale dobbiamo insistere sulla via intrapresa di forte sinergia tra le istituzioni scolastiche, a tutti i livelli, e l’Amministrazione comunale.  Continueremo, perciò,  a tenere aperta la fase partecipativa e di condivisione in maniera tale da giungere sempre e comunque a proposte organiche, che tengano innanzi tutto conto del territorio, del mondo del lavoro, che invocano da più tempo una collaborazione con la Scuola. Questo processo non riguarda soltanto gli istituti professionali o tecnici, ma anche istituti storicamente fondati su discipline classiche: questo a testimonianza che c’è l’esigenza di una formazione e crescita culturale forte, che prevede qualità e totalità delle conoscenze: il sapere e il saper fare, trovano un campo unico di azione. Non possiamo che ragionare e valutare in termini di “area vasta”, ma non permetteremo di certo ulteriori disparità territoriali, forti di una tradizione formativa che non è seconda a nessuno. Abbiamo agito nella direzione di ripensare alcune proposte, che siano in linea con le mutate esigenze del territorio, del mondo culturale e del lavoro. Continueremo a lavorare perché a Gualdo, in collaborazione con l’Università degli studi di Perugia, nasca un settore di studio e ricerca della Ruralità e del Paesaggio, tendente alla formazione di persone che acquisiscano competenze tali da essere occupati nelle produzioni primarie, secondarie e nei servizi. Le competenze dovranno essere di carattere storico-antropologico e tecnico: siamo più che mai certi che tale indirizzo costituirà una grande  occasione di riqualificazione.

La collaborazione dell’Amministrazione con il mondo scolastico dovrà essere più che mai vivo e fertile, una contaminazione continua, una continuità di proposta che tenga conte delle reali possibilità di sviluppo del territorio: poniamo come semplice esempio la proposta di due progetti, che insieme a tanti altri potrebbero entrare a far parte del piano di offerta formativa della scuola, progetti dove L’Amministrazione abbia ruolo di compartecipazione attivo.

PROPOSTA DI PROGETTO: L’UOMO, LA NATURA, L’ANIMALE NON UMANO

Da realizzare come Assessorato in collaborazione con la Scuola

Finalità e obiettivi:

I raffronti di volta in volta tentati per marcare una linea di confine tra uomo e animale hanno spesso condotto a differenze di grado e mai di genere: mettere in rilievo il profilo dell’animale non umano che abbia i caratteri dell’universalità, è piuttosto impegnativo, gravoso al punto tale da avere nessuna ragione forte, ma tante ragioni deboli, che nel loro insieme comunque, ci fanno comprendere quanto rispetto questi esseri viventi non umani meritino. E’ lo stesso rispetto che l’uomo prima di tutto deve a se stesso ed alla Natura.

Il Progetto l’Uomo, la Natura e l’Animale non umano, prevede l’esposizione di cinque argomenti generali dal sottotitolo:

1)      La Ruralità, le origini, l’essenza

2)      L’Uomo e l’animale non umano

3)      Il Primitivismo nell’Arte come segno di purezza ed essenzialità

4)      Dall’Onagro all’Onoterapia

5)      La Scimmia ed il Lupo

 

Tempo di esposizione, due ore per argomento, delle quali quaranta minuti lasciati per riflessioni ed approfondimenti. Il contesto nel quale si collocano gli argomenti trattati prevedono brevi riferimenti riguardanti la storia, la filosofia, la letteratura, l’arte, l’etologia, la biologia, l’antropologia.

PROPOSTA DI PROGETTO: CIBO E NUTRIMENTO 

Da realizzare come Assessorato in collaborazione con la Scuola

Finalità e obiettivi:

i prodotti agroalimentari del nostro territorio sono innanzitutto cibo, alimento, ma se inseriti integralmente e profondamente dal contesto da cui derivano, sono soprattutto nutrimento. Nutrimento e, al contempo, unità di misura della portata storica di una civiltà, che passa indubbiamente attraverso, ad esempio, le proprie produzioni artistiche, ma anche attraverso la propria cucina. L’universo del cibo legato all’intera cultura di un territorio. Cibo crudo come natura, cibo cotto come cultura, come rappresentazione completa e totale del territorio in tutti i suoi aspetti: ed è per questo che intendiamo coinvolgere in questo progetto il mondo della scuola dove l’apprendimento è particolarmente fertile.

Il Progetto l’Uomo, la Natura e l’Animale non umano, prevede l’esposizione di cinque argomenti generali dal sottotitolo:

1)      Cibo e nutrimento, filmato da 40 minuti

2)      L’importanza del fuoco dal punto di vista antropologico

3)      Il legame del cibo con il territorio e la globalizzazione

4)      Alimentazione ed equilibrio alimentare

5)      Il concetto di produzioni di qualità, sanità e salubrità degli alimenti

Tempo di esposizione, due ore per argomento, delle quaranta minuti lasciati per riflessioni ed approfondimenti. Il contesto nel quale si collocano gli argomenti trattati, prevedono brevi riferimenti riguardanti la storia, la filosofia, la letteratura, l’arte, l’etologia, la biologia, l’antropologia.

INSIEME POSSIAMO

GUALDO CITTÀ DELLO SPORT E DELLA CULTURA

Il mondo dello sport, per lungo tempo fiore all’occhiello della città di Gualdo, con presenze e successi decisamente al di sopra di ogni aspettativa, ha dovuto necessariamente segnare il passo; ma non segna certamente il passo quel lievito ancora presente che fa in modo che esista un’attività sportiva vivissima, articolata, attenta allo sviluppo di ogni possibile disciplina. L’attenzione va posta prima di tutto ai giovanissimi e al mondo della Scuola; le attività sportive riconosciute portanti anche e soprattutto di valori sociali e umani, oltre che di un’altrettanta indispensabile cura del corpo, proprio per il loro valore pedagogico, meritano la nostra totale ed indiscutibile attenzione. Organizzazione, impiantistica, e tutto ciò che favorirà lo sviluppo di progetti sani e realizzabili, sarà in prima linea nella nostra proposta di governo della città. Sono stati attratti contributi importanti per l’ammodernamento e la messa a norma di tutti i maggiori impianti sportivi, teatro in passato di notevoli successi; basti ricordare l’A2 di pallacanestro femminile o l’aver sfiorato la serie B con la squadra di calcio. Il nostro intento è far crescere i settori giovanili in tanti sport e poter continuare ad ospitare eventi che soltanto poco tempo fa potevano essere soltanto una chimera; ricordiamo il Campionato del mondo di tiro con la fionda, due amichevoli internazionali della nazionale italiana di calcio under 18, l’arrivo di una tappa del 101° Giro d’Italia di ciclismo, che ha regalato alla città una giornata magica ed indimenticabile. Saranno molti  gli interventi nei il confine tra sport, ambiente, cultura, turismo e territorio, abiteranno un unico contesto.

La cultura vede la possibilità di un’ infinità di proposte, ma non prescinderemo, in primis, dai tesori archeologici di “Colle I Mori” e Taino,  personaggi dell’epopea gualdese quali Totila, Matteo da Gualdo e Castore Durante, il mondo della ceramica di pregio, il mondo della musica con il riferimento certo di Casimiri. Un festival di Geografia umana, dove una Città come Gualdo, da sempre posta lungo una viabilità importante, da sempre città aperta ed includente. 

PROGETTO PISTA CICLABILE FOLIGNO – FOSSATO DI VICO

Ha inizio, dopo anni, la fase esecutiva per la realizzazione della ciclovia dell’antica Via Flaminia nel tratto da Foligno a fossato di Vico: 44 chilometri dove la nostra città sarà al centro di un progetto che vale complessivamente quasi un milione di euro, interamente finanziati. Un intervento che guarda all’ambiente, a un turismo sostenibile, alla valorizzazione complessiva e allo sviluppo del nostro territorio. L’Amministrazione ha accolto con grande favore questo progetto che vede come protagonista la Via Flaminia, lungo la quale si sono da sempre svolte le vicissitudini della nostra città a partire dal 220 a. C., data della realizzazione di tale importate strada consolare che va da Roma a Rimini, oggi sino a Fano, da parte del Censore Gaio Flaminio Nepote, realizzata in soli quattro anni. Gualdo e la Via Flaminia hanno un destino legato, Gualdo grazie a tale via, è ed è sempre stata città aperta al mondo ed alle altre genti. Questa apertura di secoli, anzi di millenni, si legge anche nei tratti somatici dei gualdesi ( siriaci, umbri, etruschi, romani, longobardi) e così come in certi storici nomi propri delle persone; ma è soprattutto un’apertura mentale tendente all’inclusione ed all’ospitalità che si è pienamente dimostrata anche nel contrastare teoricamente e fattivamente i recentissimi episodi di generalizzata intolleranza verso il diverso, nella quale sembra essere caduta preda la nostra Nazione.

Il percorso ciclabile che si realizzerà, vedrà l’attraversamento di territori e luoghi storici che nel comune di Gualdo Tadino, sono particolarmente significativi: sono ad esempio i luoghi della battaglia di Tagina che, tra realtà e fantasia, ha rappresentato per quasi quindici secoli l’evento storico di maggior rilievo fra quelli avvenuti nella vallata di cui Gualdo Tadino, è il baricentro e che fu conosciuta per lunghi secoli come “regio tadinatis”. Abbiamo sottolinato “tra fantasia e realtà” perché in pratica l’evento verificatosi nell’anno 552 dopo Cristo, in uno dei periodi storici più avari di documenti, ha lasciato margine a fantasiose argomentazioni, non sempre in linea con la realtà dei fatti, comunque dimostrata. Taluni storici non hanno esitato a definire la “battaglia di Tagina” come uno degli eventi “che segnarono i destini d’Italia”. Fu appunto nel 552 che nel nostro territorio combatterono ferocemente tra loro l’esercito del re dei Goti, Totila e l’altro esercito Greco-Romano comandato da Narsete, generale dell’Imperatore Giustiniano, che riuscì a guadagnare quella decisiva battaglia e ad uccidervi Totila, distruggendo definitivamente la potenza Gota in Italia, che tornava così ad essere una provincia dell’Impero Bizantino d’Oriente. Che fossero appunto i campi Tadinati a bere il sangue delle molte migliaia di Goti trucidati dai Greci non vi è dubbio: autorevoli studi lo dimostrano. L’ultima fase del combattimento avvenne intorno a Tadino o Tagina, cioè la nostra città, e il re Totila morì a Caprara, nostra frazione. La storia o la leggenda, poco conta, individua in un edificio, presso Biagetto, ormai al ridosso della viabilità Perugia-Ancona, di proprietà privata, la tomba del re Totila. E’ una storia straordinaria che merita ben altra considerazione di quella avuta sino a oggi. Il progetto “La Battaglia di Tagina” fa parte del nostro programma culturale, certi che potrà avere una forte ripercussione in termini di interesse e di visitatori. Ma la pista ciclabile che seguirà il percorso della vecchia Via Flaminia, a Gualdo Tadino incontra siti archeologici, attraversati o adiacenti quali “Colle i Mori” e la Tadinum romana. Iniziamo a dire di “Colle i Mori” ed i Tarsinates. La località denominata “Colle i Mori” è riconosciuta come uno dei più importanti siti archeologici d’Italia in quanto vede la presenza di un vasto abitato arcaico fondato da quei Tarsinates già ricordati nelle famose Tabulae Iguvinae, risalente al VII-VI secolo a.C. . O meglio, era un vasto abitato, perché l’azione di predatori del territorio e dell’ umanità, affamati di graniglia, ne hanno distrutto gran parte. Gli scavi effettuati in tempi diversi, a partire dal 1935, dall’archeologo Stefani, hanno riportato alla luce i resti di un tempio a pianta rettangolare, bronzetti e reperti di natura varia attribuibili alla popolazione degli Antichi Umbri che occupava quel sito. Scavi recenti hanno permesso di tracciare l’antico abitato, raro esempio di organizzazione proto urbana nell’Umbria e di modello insediativo italico in età preromana. In origine l’insediamento doveva estendersi per almeno cinque o sei ettari con una disposizione su terrazzamenti artificiali, sui cui si ergevano abitazioni con muri perimetrali di base, dai quali si dipartivano grandi pali di legno a sostegno del tetto, formato da travature lignee, coperto con tegole e coppi. Negli scavi effettuati negli anni 2009-2010, è emersa una fornace di grande pregio e subito destinata a opera di restauro. A tale abitato è legata anche la ricca necropoli di San Facondino dalla quale sono venuti alla luce corredi funerari comprendenti strumenti bronzei, vasellame, vasi attici a figure rosse e tantissimi altri reperti, alcuni dei quali esposti a Villa Giulia (Roma), ma per gran parte custoditi nei magazzini della Soprintendenza, da restaurare, e potenzialmente adatti all’ ampliamento del museo dedicato proprio agli Antichi Umbri, presente a Villa Caiani.

La Tadinum romana: nell’ambito delle attività di progettazione europea che interessano il settore culturale, potrebbe assurgere a un ruolo di primaria importanza la Tadinum romana. Dalle campagne di scavo è emersa una certezza e cioè che la città esiste e si conserva in modo eccellente; ancora non si conoscono con precisione tutte le sue parti e la sua estensione, che comunque è di decine di ettari di terreno, ma sono stati rinvenuti già  importanti edifici pubblici e privati: un grande complesso termale pubblico risalente al I sec. d.C., una grande domus privata, I sec. a.C., un piccolo tempio dedicato ad Ercole ed un’infinità di reperti (monete, vasellame, mosaici, ecc.). Si può affermare con certezza che sono state gettate solide basi per la costituzione di un parco archeologico e di un museo archeologico e le ristrettezze economiche in cui versano i Comuni e l’apparente difficoltà di attingere a risorse esterne, non devono essere motivo per progetti cultural per la città una frettolosa e ingloriosa archiviazione di importanti,  come avvenuto per l’ultima incapace e commissariata Amministrazione.

La città di Gualdo Tadino è stata edificata in epoca medioevale sul Colle Sant’Angelo, a poca distanza da quella Val di Gorgo dove un terribile incendio ne aveva completamente distrutto il precedente abitato: non sorge, cioè su preesistenti insediamenti umani e le opere delle rispettive civiltà che si sono succedute in queste terre nel corso dei secoli e millenni. Questo è un indiscutibile vantaggio, perché permette con relativa facilità azioni di studio e di progettazione sui vari siti archeologici; non dimentichiamo di certo la presenza a Gualdo di Federico II con la Rocca Flea e la cinta muraria con torri e porte, così come tutte le altre testimonianze storico-culturali del nostro territorio, spesso sottovalutate.

In località San Lazzaro, adiacente alla vecchia Flaminia è presente “Il  Centro di prima accoglienza per animali, fortemente voluto dall’allora Amministrazione ed inaugurato nell’anno 2006 e intendiamo ridare lustro a quello che era il progetto iniziale: non un semplice “canile” né tantomeno un “parcheggio” per animali senza dimora, ma un luogo dove si curasse al massimo il rapporto uomo-animale non umano, dove il coinvolgimento emotivo e pratico della popolazione potesse permettere una apertura alla città della struttura, con fini ricreativi, ma anche pedagogici. Erano previsti percorsi dei sensi, fruizione del parco, pet-terapy, cimitero per gli animali, percorsi  finalizzati al mondo delle disabilità e della scuola. Un progetto a forte valenza sociale dove gli animali più sfortunati potessero divenire oggetto di attenzioni e cure particolari e non certo di abbandono. Riteniamo che l’amministrazione pubblica si debba riappropriare della gestione di tale struttura e della realizzazione del progetto nella sua integrità.

Il percorso della vecchia Flaminia, dove si svilupperà la via ciclabile, vede ancora oggi la presenza ai bordi della strada, di querce secolari; era infatti in uso ai romani “ombreggiare” le vie che venivano percorse a piedi o sui carri. La presenza di querce, come ad esempio nel tratto che va da Rasina, a Sant’Ippolito, così come san Lazzaro, ma querce presenti un po’ in tutto il percorso, ci fornisce un argomento forte, assieme agli ulivi che ammantano la fascia ai piedi della montagna e le colline prospicenti, per poter parlare e sviluppare proposte sul mondo rurale e ciò che è ad esso connesso. La quercia di Giove e l’albero di Minerva: percorrendo la storia della cucina italiana fino a quella sintesi ottocentesca che è “ la scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” di Pellegrino Artusi.

Il paesaggio agrario umbro, il più antico, è percepibile nell’abbinamento tra le colture cerealicole e le grandi querce camporili e limitanee che segnano il volto di tante colline. Sono le stesse querce dipinte da Giotto nella Basilica superiore di San Francesco, nel “miracolo della sorgente” e nella “predica” agli uccelli.

Riteniamo che queste piante vadano tutelate e valorizzate. INSIEME POSSIAMO

GUALDO CITTÀ DELLA CULTURA

 I motivi per i quali un turista, un viaggiatore, uno studioso, uno studente, + un imprenditore, possano raggiungere e sostare a Gualdo, sono molti. Abbiamo, seppur sommariamente, descritto ciò che si può incontrare percorrendo la vecchia Flaminia, un territorio ricco di storia con segni evidentissimi e testimonianze tangibili, archetipi di una civiltà millenaria che tuttora mostra la sua forza. Salendo in città, si può usufruire del circuito museale, arricchito tra l’anno 2015 e l’anno 2018 di tre nuove proposte museali:  museo opificio Rubboli, museo archeologico Antichi Umbri, museo del Somaro – centro per l’Arte contemporanea.

Non possiamo non ricordare ciò che è stato fatto in questo ultimo periodo legislativo dal punto di vista della proposta culturale: nel 2015 Gualdo è presente all’Expo 2015, dando inizio alla stagione delle grandi mostre: “Il tesoro d’Italia” a cura di Vittorio Sgarbi. Nel 2016, la mostra “Dalla terra al cielo, dal figurativo all’informale” con la partecipazione straordinaria di Mogol e Vittorio Sgarbi, “Arte e Follia. Antonio Ligabue e Pietro Ghizzardi a cura di Vittorio Sgarbi, il “Presepe emozionale di Frate Indovino”. Nel 2017, “Teatro delle Maschere di Frate Indovino”, “Seduzione e Potere. La donna nell’arte tra Guido Cagnacci e Tiepolo” a cura di Vittorio Sgarbi ed Antonio D’Amico. “Concorso Internazionale della Ceramica D’Arte Città di Gualdo Tadino. Acqua, meraviglia della terra”. “Adolfo Leoni, un grande ciclista italiano”. Nel 2018, “Luciano Ventrone. Meraviglia ed estasi”, a cura di Vittorio Sgarbi.

La stagione teatrale vede nell’anno 2015, nella splendida cornice della Rocca Flea, le ”Memorie di Adriano” con Giorgio Albertazzi, nel 2016 “Re Lear” con Giuseppe Palmieri, nel 2017 “Le Baccanti” con Manuela Kustermann, nel 2018 “Sonetti d’amore di William Shakspeare” Globe Theatre di Roma. Inoltre, una stagione di prosa ricca di spettacoli di qualità: la prima rassegna di Teatro Amatoriale. La valorizzazione delle antiche tradizioni: Giochi de le Porte, Maggio di San Pellegrino, la Festa del Fuoco, la Processione del Venerdì Santo, l’Infiorata del Corpus Domini, la XXXIX edizione del Concorso Internazionale della Ceramica, il convegno internazionale “Studi Francescani”. Come possiamo notare, sarà difficile superare tale copiosa e ricca proposta, ma per questo ci adopereremo. INSIEME POSSIAMO

IL MUSEO DELL’ACQUA E LA VIA DELLE FONTI

(PERCORSO DELLE SORGENTI)

Del progetto di recupero della valle della Rocchetta, progetto tendente in primis a sanare i danni arrecati nella valle della Rocchetta dai devastanti eventi atmosferici, e poi anche alla valorizzazione dei luoghi, farà parte la realizzazione del museo dell’acqua e della via dell’acqua e delle fonti.

A sé stante il problema del dissesto idrogeologico della località Rocchetta, dove approfitteremo della impellente necessità del ripristino dei luoghi, per rilanciare economicamente e turisticamente quei luoghi stessi, proponendo museo attivo dell’acqua (aqua education) dove tutti gli aspetti di questa indiscussa fonte di vita troveranno espressione, in particolare anche i valori cosmici e filosofici , oltre che fisici, di questo elemento. Si tratta della realizzazione di un centro museale culturale-scientifico interattivo, dell’ acqua e del suo ruolo fondamentale nella vita umana. La funzione di questo centro è quella di valorizzare la presenza nella nostra Città di importanti sorgenti minerali e soprattutto ha l’obiettivo di svolgere un ruolo educativo riguardo la sostenibilità e la tutela ambientale delle nostre preziose risorse idriche (non a caso l’acqua è definita l’Oro blu del nostro secolo). L’idea è quella di creare un percorso interattivo, rivolto in particolar modo a bambini e ragazzi, interno ed esterno, in cui attraverso strumenti multimediali e piccoli esperimenti scientifici, si cerca di far conoscere l’acqua sia come elemento fisico/naturale sia per il ruolo nella storia e nella tecnologia, attraverso lo sviluppo di importanti tematiche.

Il percorso museale interno sarà fisicamente e concettualmente collegato con il  percorso esterno denominato Via dell’acqua o Via delle fonti che valorizza la presenza a Gualdo di fonti e sorgenti, che costituirà progetto a parte se pur dello stesso contesto. L’obiettivo più importante: ruolo educativo sui temi della sostenibilità e tutela ambientale, creare occupazione.

La via dell’acqua e delle fonti costituisce un itinerario che mette in relazione tutte le sorgenti sussistenti nel nostro territorio e le fonti presenti in città (Rocchetta, Santo Marzio, Capodacqua, le varie fontane e fontanili, ecc.). Il percorso avrà  come fulcro la zona di San Guido e, usufruendo anche del costituendo parcheggio degli “Zoccolanti” e delle aree limitrofe, in primis Rocca Flea, andrà ad avere un importante ruolo di raccordo tra città e montagna. La via dell’acqua sarà un itinerario di collegamento che vedrà la realizzazione di spazi organizzati per la sosta, l’informazione e l’osservazione e la realizzazione di fontane di assoluto valore artistico nelle quali non dovrà venir meno l’elemento ceramica. L’idea è quella di mettere a bando la progettazione e realizzazione di tali fontane, non dimenticando che Gualdo resta comunque la Città della ceramica e dei ceramisti.

Si tratta di organizzare una serie di servizi che dovranno culminare nel tempo con la realizzazione di un “impianto di risalita” al fine di rendere decisamente migliore l’offerta di fruibilità della nostra montagna; progetto sicuramente ambizioso che ci vedrà impegnati nel recupero delle necessarie importanti risorse e nel costruire una ampia condivisione.

Il Festival della Montagna e della Ruralità

L’obiettivo è creare una collaborazione tra enti, associazioni e aziende del territorio intesa a promuoverne lo sviluppo sostenibile e a rendere la tutela ambientale un fattore di crescita, grazie a un programma di eventi e interventi mirati. L’intento è di vedere il nostro territorio aprirsi al cambiamento, promuovere e sperimentare azioni innovative per il miglioramento della qualità ambientale, il rilancio dei green jobs e una migliore tutela delle aree protette e dei beni pubblici naturalistici e paesaggistici. Un Festival che favorisca la collaborazione tra cittadini, istituzioni, associazioni, scuole, università e volontariato giovanile, generando un plus capace di creare sostenibilità e bellezza e che ponga la ruralità tra cibo, territorio e innovazione.

Pertanto, predisporremo tutto ciò che sarà necessario in termini di servizi e di proposta culturale in maniera tale che Gualdo non costituirà soltanto luogo di passaggio, di transito, ma luogo fisico e dell’anima, dove sarà piacevole ed istruttivo  sostare e soggiornare. Crescere come proposta culturale, incrementare lo sviluppo turistico, che significa anche creare posti di lavoro. Una città come la nostra, dove è già presente una adeguato patrimonio artistico e culturale  deve guardare avanti con fiducia; è necessario mettere in rete tutte le potenzialità. Il polo museale deve continuare la sua espansione e rispondere sempre di più e meglio alle esigenze anche di visitatori con interessi determinati; anche in questo campo dobbiamo puntare sulla qualità dell’offerta da costruire attraverso un coinvolgimento pieno delle scuole e degli operatori economici della città. Nella proposta culturale l’Amministrazione deve essere impegnata direttamente, senza deleghe o scorciatoie di nessuna sorta, in quanto tutto ciò è troppo importante per il nostro futuro. Riteniamo che l’offerta culturale vada ulteriormente rafforzata valorizzando esperienze, risorse e contenitori di cui la città dispone. Il polo museale, l’archivio storico, la biblioteca comunale, il teatro Talia, devono essere messi in rete attraverso interventi innovativi di valorizzazione in grado di farne punti di riferimento anche fuori dai confini comunali: Gualdo può diventare un polo di attrazione culturale di livello regionale e nazionale. Anche in questo settore è necessaria una progettualità che ci porti oltre il  buon livello già ottenuto: progetti e competenze nuove, per creare “ragioni forti” che facciano scegliere Gualdo ai visitatori anche di luoghi lontani e facciano riscoprire la città ai gualdesi stessi. Ciò che è stato realizzato e proposto sino ad oggi merita la massima attenzione, vanno cercate forze e menti nuove.  L’Amministrazione deve guidare direttamente un processo di crescita culturale vera, sotto ogni aspetto, dove la continuità e la qualità della proposta continuino a emergere sia negli eventi  estemporanei sia nella strutturazione dei presupposti. INSIEME POSSIAMO.

STRUTTURA AMMINISTRATIVA

Abbiamo intrapreso, come promesso, la revisione della macchina amministrativa che ha portato un evidente miglioramento, in termini di servizi e di risposta ai cittadini, maggiori trasparenza  e disponibilità. Il cittadino che arriva al “palazzo”, si deve sentirsi a casa sua, perché il municipio è a casa sua. Abbiamo dato ai cittadini la possibilità di assistere all’attività del Consiglio comunale, anche per via mediatica, e soprattutto metterli nella condizione di avere risposte giuste in tempi certi. Fare comprendere che l’amministrazione e la sua macchina non sono l’altro, il nemico da combattere, ma semmai un sostegno, un luogo dove si possano trovare persone che aiutano a risolvere i problemi. Sono stati ripensati gran parte degli uffici, riviste le competenze, ridistribuite le risorse umane. Il post terremoto è terminato, il mondo sta cambiando velocemente, le esigenze politiche e amministrative non sono più le stesse, ci siamo preoccupati che i dipendenti siano conformi al ruolo, adeguatamente preparati e competenti, con la necessaria preparazione per fare progetti, magari anche su scala europea, e per raffrontarsi con il pubblico. E’ stata portata avanti una necessaria, profonda revisione,  al fine di una ottimizzazione dei servizi, delle risorse umane e soprattutto della risposta alle reali esigenze dei cittadini. L’amministrazione comunale non può essere un “mostro” autoreferenziale,  deve essere una struttura efficiente al servizio dei cittadini. Per migliorare ulteriormente la situazione, sarà istituito un processo periodico di Audit, dove tutti gli Uffici dovranno misurarsi con standard di verifica per valutare efficienza ed efficacia nelle specifiche mansioni e come risposta ai cittadini.

LA FORMAZIONE 

E’ necessario portare a Gualdo un Centro di Formazione qualificato, fondamentale per la riqualificazione delle persone che devono cambiare occupazione e importante per chi è in cerca di prima occupazione. Ogni settore ha bisogno di innovazione, qualificazione, formazione, promozione, ma un centro di formazione vero che vada a beneficio soprattutto delle persone formate, che abbia conoscenza piena del mondo del lavoro, che sia capace di leggere anticipatamente i tempi, che sia fine e mezzo di posti di lavoro.

Tema articolato e complesso quello della “formazione” e della “qualità” nel mondo delle produzioni: le sfide che il mondo del lavoro deve oggi fronteggiare, in particolare i rapidi e costanti progressi scientifici e tecnologici, l’invecchiamento della popolazione dei lavoratori, le limitate risorse disponibili comportano un’ attenzione particolare alle competenze dei professionisti e al mantenimento di standard adeguati nelle produzioni. Pertanto, risulta logico promuovere iniziative a sostegno della qualità e della sicurezza, mettendo al centro la formazione, intesa come fattore strategico necessario per il raggiungimento e mantenimento di standard elevati e di creazione occupazionale

La garanzia di una formazione di qualità è una responsabilità collettiva che coinvolge i “massimi sistemi” in tutte le loro articolazioni.

Rispetto ad una realtà in continuo cambiamento, alle aspettative della popolazione, ad un aumento della richiesta di benessere, i responsabili delle politiche del lavoro, ed i responsabili della formazione, devono supportare gli operatori nel migliorare il proprio lavoro, ma soprattutto indirizzare le politiche dell’apprendimento, adottando, per chi è occupato, sistemi strutturati di valutazione e rivalutazione periodiche. Pertanto le strategie per migliorare le produzioni e rispondere ai cambiamenti normativi e tecnici, devono essere accompagnate di pari passo con un’ adeguata formazione degli operatori stessi.

Negli ultimi anni sono state prese diverse iniziative per riqualificare o migliorare la qualità nell’ambito della formazione dei professionisti e degli operatori in genere. Infatti, i continui e rapidi cambiamenti che interessano il mondo del lavoro, come già detto, impongono ai formatori la responsabilità di indirizzare gli utenti verso un apprendimento che consenta di far fronte a tali cambiamenti e di favorire lo sviluppo della occupazione. Il raggiungimento di tali obiettivi è strettamente correlato alla qualità dell’istruzione e della formazione: esse, infatti, attraverso la crescita delle competenze, svolgono un ruolo fondamentale nella risposta ai cambiamenti e per il perseguimento degli obiettivi strategici di un Territorio. Del resto, però, la garanzia di una formazione di qualità è una responsabilità collettiva, non esiste, infatti, un’unica via per migliorare la qualità della formazione: per ottenere risultati significativi e duraturi le istituzioni devono essere orientate verso un processo continuo di sviluppo della qualità. Le questioni da affrontate sono essenzialmente due: la formazione di base degli operatori e di tutti coloro che operano in sinergia e il mantenimento costante di una formazione aggiornata rispetto a conoscenze che cambiano continuamente e che richiedono competenze adeguate.

La sfida è di sviluppare curricula efficaci e innovativi che rispondano alla necessità di preparare i lavoratori ad operare in differenti contesti e con differenti competenze, preparare un personale adeguatamente qualificato e con esperienza.

La necessità di rafforzare e qualificare i sistemi lavorativi è diventata una delle sfide più urgenti per i responsabili delle politiche del lavoro, per gli operatori, i manager e per i cittadini.

Il successo delle politiche del lavoro e del miglioramento delle competenze dipendono da una efficace formazione. La performance complessiva dei sistemi è criticamente correlata alla performance dei lavoratori, a prescindere dalla tipologia di sistema e dalle risorse disponibili. Si deve raggiungere un sistema attraverso il quale vi è un miglioramento continuo della qualità dei servizi con standard professionali elevati.

La figura della “guida territoriale”, una figura di alto profilo culturale, in grado di proporre e rendere visibili ad altri le grandi risorse culturali che il nostro territorio possiede; beni artistici, archeologici, ambientali, naturalistici, tradizioni rurali, coltivazioni, produzioni e gastronomia di eccellenza, in nome di una sovranità alimentare.

UNIVERSITÀ DELLA MONTAGNA E DELLA RURALITÀ

Continueremo ad adoperarci per costituire un innovativo centro di formazione e di ricerca, specializzato nello studio e nell’analisi delle complessità del territorio montano e della ruralità sulla base di un possibile accordo di programma tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università degli Studi di Perugia, con l’impegno del coinvolgimento di altre sedi universitarie italiane che si dedicano allo studio di aspetti specifici della montagna e della ruralità, al fine di costituire con l’Università della Montagna e della Ruralità un punto di riferimento per l’analisi e lo studio delle complesse tematiche che investono il territorio montano e rurale e la formazione di figure di supporto all’economia.

Attraverso l’attivazione di percorsi didattici finalizzati alla preparazione di esperti con competenze sulle specificità montane e rurali e una cospicua e mirata attività di ricerca intende promuovere la conservazione e lo sviluppo durevole del territorio montano, mediante la prevenzione del dissesto idrogeologico, la cura della risorsa idrica, il mantenimento della diversità biologica e socio culturale, la produzione di tipicità e qualità, e la salvaguardia di paesaggi attraenti per lo sviluppo del turismo sostenibile. È prevista la creazione di un portale attraverso cui l’Università della Montagna e della Ruralità comunica le sue attività e le sue iniziative, il punto di riferimento per tutti coloro che intendano approcciarsi in maniera tecnico-scientifica al mondo della montagna, e lo strumento interattivo per chiunque vuole contribuire attivamente allo sviluppo dei territori montani e rurali. L’intento è di creare un centro che genera una piccola imprenditoria che garantisce alla montagna e alla campagna, la sopravvivenza o la riscoperta di attività scomparse o sopite e lo start up di nuove attività produttive nei settori agricoli e silvo-pastorali. Favorire la produzione di alimenti di pregio, affinando attività a forte identità storico-culturale, costruendo un sistema produttivo di piccole e piccolissime dimensioni in grado di integrare il volano del turismo e, soprattutto, di presidiare il territorio della montagna e delle colline, riducendone l’abbandono. Si dovranno sviluppare corsi, seminari, conferenze, dibattiti, videoconferenze che tengono in collegamento tutto questo mondo: è  come una antenna che corre lungo tutto il percorso reale e spirituale di un mondo integro e schietto, ne integra i saperi, le conoscenze, le virtù. Si organizzeranno progetti anche d’intesa con il Cai e con altre associazioni che vivono l’ambiente e la natura. Interessante e da prendere in assoluta considerazione un fenomeno che dalla seconda metà degli anni ’90 si è assistito al fenomeno del downshifting (= semplicità volontaria) esemplificabile con la scelta da parte di diverse figure professionali di giungere ad un volontario e consapevole abbandono del lavoro salariato o ad un minore impegno in termini di ore dedicate alle attività professionali per recuperare uno stile di vita meno frenetico, dedicandosi maggiormente a lavori che permettono di vivere con una migliore qualità di vita.
Il downshifter è colui che recupera la propria sfera emotiva, rinunciando a chances di carriera, successo e denaro per abbracciare lavori quali l’artigianato o l’agricoltura. Il fenomeno, in rapida diffusione, ha assunto aspetti socialmente rilevanti e, secondo diversi ricercatori, ha la potenzialità di modificare il costume nel mondo del lavoro dei prossimi anni.

In questa scelta di vita l’agricoltura assume un ruolo preminente non soltanto per la produzione alimentare, ma soprattutto per la sostenibilità delle comunità rurali e le persone che vi vivono e, non di meno, per la salvaguardia e la gestione delle risorse naturali primarie e della biodiversità. L’agricoltore contemporaneo non è solo un produttore di alimenti, ma un soggetto attivo nel territorio custode di una doppia dimensione reale /virtuale che si è venuta a delineare con l’avvento del web e delle nuove forme socio-economiche che ne derivano. Nella doppia valenza quindi di realtà virtuale, il contadino contemporaneo funge da nodo fisico e immateriale di una rete fatta di persone, idee, progetti, conoscenze e competenze, che sono accomunate dagli stessi valori di condivisione e partecipazione e con la stessa visione del mondo caratterizzata da uno spirito innovativo. Tutto questo trasposto in un mondo fin ora surclassato, quello dei territori e i lavori della ruralità.

Quindi la necessità di un Centro di Formazione con relativi spazi adeguati e attrezzati (auditorium, aule didattiche, laboratori, uffici, servizi) da realizzare presso il Centro internazionale della ceramica INSIEME POSSIAMO  

ASSOCIAZIONISMO 

L’associazionismo a Gualdo Tadino è fiorente e particolarmente attivo e copre molteplici settori con tante persone che se ne occupano, spesso con una sola linea d’indirizzo: umanità, inclusione, partecipazione, solidarietà, attenzione ai più fragili. Non mancano di certo progetti squisitamente culturali, iniziative per promuovere Gualdo e dei giusti interessi, dove il volontariato, l’estrema disponibilità verso gli altri, spesso si sostituiscono a quanto le istituzioni dovrebbero realizzare. Noi siamo dell’idea che l’istituzione, lo Stato, attraverso la sua declinazione e organizzazione, deve sopperire e rispondere a ogni legittima esigenza del cittadino, ma siamo consapevoli dell’impossibilità di tale auspicabile realtà; pertanto non possiamo che riconoscere la meritoria opera dell’associazionismo gualdese, di ciò che propone e realizza e di costruire un percorso di piena e produttiva collaborazione, venendo incontro a richieste che, vista l’abitudine a risolvere in proprio i problemi, spesso si risolvono da parte delle associazioni stesse, in cose di facile realizzazione. L’Amministrazione, insieme ad altri enti, intende proporre una sperimentazione di una alleanza innovativa fra istituzioni e strutture a forte caratterizzazione sociale, per supportare le esigenze di particolari fasce sociali, tentando di costruire un più dinamico dialogo sociale bidirezionale e, in una parola, di rinsaldare legami sociali di forte valenza strutturale.  Il ruolo strategico di tali strutture associative offre la possibilità di cogliere l’importanza dell’associazionismo sociale, delle reti di relazioni solidali, quali fattori determinanti nella costruzione di soglie più elevate di convivenza e solidarietà civili. INSIEME POSSIAMO.

QUALITA’ DELLA VITA

L’interesse per tale argomento è nato soltanto dopo che le regioni del nord del mondo sono riuscite a soddisfare, su larga scala, i cosiddetti bisogni primari. In un mondo dominato dalla scarsità delle risorse e da una pluralità di bisogni ancora insoddisfatti, la qualità della vita potrebbe essere considerato un obiettivo di secondaria importanza. I sociologi hanno avvertito per primi l’esigenza di introdurre indicatori dello standard of living che andassero al di là del generico parametro costituito dal reddito pro-capite. Il primo indicatore extra-economico della qualità della vita è stato quello ambientale e per alcuni anni parlare di qualità della vita, significava parlare quasi esclusivamente di ambiente. Oggi, parlare di qualità della vita significa aprirsi ad aggiungere indicatori più complessi, quali la democraticità delle istituzioni, il capitale sociale, l’accesso alle cure mediche di base e all’acqua, l’educazione, la speranza di vita, il lavoro e le condizioni del lavoro, i diritti, le libertà, il diritto ad essere felici ed ad un vivere sereno, quindi le capacità e le prospettive che le persone in un determinato contesto riescono a promuovere. Questi indicatori allargano il concetto di qualità della vita e lo emancipano dalla semplice scarsità di risorse materiali, per focalizzarsi sul concetto di “vita buona”, che certamente dipende dai beni, ma soprattutto dipende da come e se i beni, pochi o tanti che siano, si trasformano in benessere.

Comunità, umanità e qualità della vita sarà il filo conduttore dei prossimi anni dell’Amministrazione, nella consapevolezza che “vita buona” significa anche e soprattutto lavoro, imprenditorialità, artigianato di pregio, produzioni agro-alimentari di assoluta e certificata qualità, servizi erogati in linea con le esigenze dei cittadini, proposta culturale di assoluto rilievo sulla strada di quanto già intrapreso in questi cinque anni. Gualdo città della qualità della vita: INSIEME POSSIAMO.

LAVORO E SVILUPPO

 

Iniziamo con il proporre alcuni dati che denunciano un’evidente situazione di crisi:

In Italia

– tasso di disoccupazione è al 13%

– tasso di disoccupazione giovanile oltre il  40%

– abbiamo i tassi di occupazione tra i più’ bassi in Europa.

– crescita potenziale sotto a 1% se non in fase di recessione

– il debito pubblico in Italia è tra i più’ elevati in Europa

– meno del 20% delle assunzioni sono con contratto a tempo indeterminato, la percentuale scende al di sotto 10% per i giovani.

– L’Italia è il penultimo paese in Europa ad utilizzare finanziamenti della Comunità Europea

In Umbria

– si registrano oltre 45.000 disoccupati

– Nei Centri per l’Impiego della Regione dell’Umbria si registrano migliaia e migliaia di nuove dichiarazioni di disponibilità al lavoro (DID) e centinaia di iscrizioni alle liste di mobilità tipologia L. 223/91. Cassa integrazione in deroga: 13.000 soltanto in Umbria. Questa tipologia di cassa integrazione  riguarda le piccole e medie imprese ed ha raggiunto livelli preoccupanti anche a Gualdo Tadino: nella zona estesa tra Gualdo Tadino, Nocera U. Gubbio, Fossato di Vico, Sigillo, Scheggia, Costacciaro si registrano oltre 800 lavoratori in cassa integrazione in deroga, in aggiunta alle altre tipologie di ammortizzatori sociali.

 

Obiettivi

I dati sopra riportati, sebbene rispecchino solo in parte una situazione molto complessa come quella del mercato del lavoro, tuttavia sono sufficienti per dare un’idea di una realtà pesante e difficile che tutti i cittadini, lavoratori e non, vivono ormai da qualche anno.

Anche per l’Unione Europea la lotta alla disoccupazione giovanile è diventata una priorità, organizzando iniziative importanti, necessarie per far ripartire l’economia; per fare in modo esse abbiano effetti positivi a livello locale è opportuno, però, che si rispettino le seguenti condizioni:

1)     a livello locale sarà particolarmente utile avere una collaborazione costruttiva e continuativa, soprattutto tra gli Enti. E’ necessario avviare un percorso di cooperazione per una politica comune di sviluppo anche in vista della nuove programmazioni comunitarie per puntare su  internazionalizzazione delle imprese, dell’innovazione e della ricerca e delle infrastrutture. Si deve  lavorare da subito per definire insieme  una comune strategia di sviluppo che faccia dell’Appennino un elemento di unione e non di confine tra due realtà, Umbria e Marche, che presentano vari aspetti di similitudine

2)      Far incrociare domanda offerta di lavoro. Non è un meccanismo facile da far funzionare e dipende da tanti fattori e da soggetti pubblici e privati. Ovviamente è l’impresa privata che crea occupazione ma essa ha bisogno di essere sostenuta e stimolata dalla pubblica amministrazione: per esempio il Comune, essendo l’ente più vicino al territorio, in questo senso svolge un ruolo fondamentale, ma spesso dimenticato, nel favorire, con politiche opportune e cercando anche la collaborazione con altri Enti, l’occupazione, creare sistema.

3) Ruolo strategico verrà svolto dalla formazione, che ancora in Italia presenta forti limiti e lacune. Il mercato del lavoro, infatti, per effetto della globalizzazione, correrà sempre più velocemente mentre la formazione, come anche il sistema scolastico in generale, hanno dimostrato di avere tempi più lunghi, rischiando di non portare i benefici sperati soprattutto per i giovani.

 

Per far ripartire il mercato del lavoro non ci sono soluzioni facili da trovare né risposte immediate, sia perché il problema è diventato ormai strutturale e mondiale, sia perché in Italia manca ancora una strategia nazionale, che sia una guida e utile a tutti i settori produttivi.

L’obiettivo finale ovviamente è quello di creare sviluppo da cui derivino opportunità di lavoro. A tal fine è necessario combinare assieme competenza, tecnologia e tradizione, ricreare, quindi, un circolo virtuoso in cui occupazione, alta formazione, soprattutto nei giovani, sviluppo e innovazione si sostengano a vicenda.

 

E’ difficile ancora individuare con certezza i settori nuovi che possono dare sviluppo, molto dipende dalle tipicità dei singoli territori, ma da molti autorevoli studi si evince che il “Turismo e il settore Alimentare ridanno slancio all’occupazione”.

E, ancora, l’agroalimentare conoscerà una nuova primavera: negli ultimi anni si è registrata una buona percentuale di aziende nuove create da giovani sotto i 30 anni e stanno nascendo nuove figure professionali, come il “personal trainer dell’orto” ed anche  coltivazioni innovative, compatibili con l’ambiente.

Le nuove prospettive di sviluppo in Italia riguardano i seguenti settori: cultura, turismo, agricoltura, cibo, made in Italy, ict, green economy, nuovo welfare, edilizia e manifattura.

Nel nostro Paese sembra che l’artigianato e il turismo saranno i principali destinatari dei fondi europei perché considerati i settori trainanti dell’economia. Tutto ciò vale indubbiamente anche per proposte dir lavoro e sviluppo a Gualdo Tadino.

E’ diventata ormai una priorità per le aziende di Gualdo Tadino la sistemazione, l’adeguamento delle zone industriali dal punto di vista logistico e stradale: migliorare la viabilità e la visibilità delle aziende aiuta sicuramente la ripresa delle stesse. Inoltre, fondamentale per far ripartire l’economia locale è che il Comune, in qualità di ente locale, si attivi in maniera propositiva per permettere alle aziende locali o alle nuove imprese di ottenere aiuti dalla Regione: qualora ci siano finanziamenti dalla Comunità Europea o altre iniziative  a favore di imprese e cittadini è necessario che Gualdo Tadino ne tragga giovamento. Il Comune e la Regione devono collaborare attivamente per lo sviluppo economico del territorio.

Nel nostro territorio, considerando che le possibilità occupazionali nell’industria tradizionale diminuiscono, proprio perché il mercato del lavoro si sta trasformando,  dall’altra vi sono settori che si possono sviluppare. Il territorio di Gualdo Tadino ha perso nel corso degli ultimi anni realtà industriali importanti, soprattutto nel settore metalmeccanico; anche lavori più tradizionali, artigianali e non, come la ceramica, fanno fatica a restare nel mercato a fronte sia della concorrenza straniera sia delle nuove tecnologie.

Settori possibili:

socio-sanitario, servizi alle persone

cultura

turismo

produzioni agroalimentari

acque

artigianato- ceramica

commercio

servizi

fonti rinnovabili- ambiente

parchi naturali

– Agroalimentare e agricoltura intesa sia come attività produttiva, ricettiva ma possono nascere società di consulenza alle imprese.

-Servizi per l’artigianato. I prodotti artigianali devono necessariamente confrontarsi con le nuove tecnologie anche ai fini della vendita degli stessi. Servono persone qualificate, servizi di consulenza per aiutare le aziende a restare nel mercato

– Incubatore impresa – creare una rete per stimolare, aumentare, aiutare l’auto imprenditoria.

– Aprire un centro di formazione con sede a Gualdo T. I gualdesi, infatti, sono svantaggiati dal punto di vista logistico per frequentare corsi di formazione. Nessun ente di formazione accreditato dalla Regione Umbria ha sede a Gualdo Tadino.

– favorire la creazione di start-up nel settore manifatturiero, agroalimentare, turistico e tecnologico.  Stanno nascendo diverse ed interessanti realtà in Italia con l’aiuto dei fondi europei o con il sostegno di società di finanziamento americane.

– “Banca del tempo” che è tra lavoro e sociale.  Si sta diffondendo per esempio, la figura professionale di “broker del tempo”, che si occuperà di come pagare le persone con il tempo invece che con il denaro. Ovviamente è una novità che va approfondita.

 

Servizi per il lavoro

Quando si parla della tematica lavoro non si può non considerare il settore “servizi per il lavoro”. A livello nazionale tali servizi sono erogati dall’Ente Provincia, su delega della Regione,  attraverso  strutture dette Centro per l’Impiego/Sportello del Lavoro.

Anche a Gualdo Tadino è attiva da anni una struttura del genere ma purtroppo, per una serie di motivi, è ancora carente di servizi e non è del tutto funzionale rispetto ai bisogni della cittadinanza. E’ un limite non più accettabile soprattutto in un periodo difficile come questo.  Anche in questo settore gioca un ruolo strategico la politica attiva, propositiva e interessata al bene dei cittadini da parte del Comune.

Le riforme del mercato del lavoro, che si sono succedute negli ultimi anni, hanno come obiettivo il rafforzamento delle politiche attive del lavoro.

Per politiche attive del lavoro si intende: offerta formativa, incrocio domanda offerta di lavoro, cassa integrazione in deroga, Garanzia per i Giovani, iniziative per i disoccupati di lunga durata ecc. Molte di queste iniziative sono rivolte agli iscritti al Centro per l’Impiego.

Si capisce facilmente l’importanza di tutto ciò e Gualdo Tadino non può permettersi di rimanere ai margini di queste importanti novità che diventano opportunità per crescita e sviluppo economico.

Il lavoro significa far incrociare in maniera efficiente domanda e offerta di lavoro, ma questo è dato dal privato. L’ente pubblico, come il Comune, ha un ruolo ben preciso e fondamentale:  favorire, con politiche opportune, l’occupazione, creare sistema, essere di stimolo e di sostegno per nuove imprese. Sono obiettivi ambiziosi, ma per realizzarli è necessario  innanzitutto che il Comune apra rapporti positivi,  costruttivi con altri Enti, tra cui la Regione

Da noi, più che altrove, i dati sulla cassa integrazione, in modo particolare, ci parlano di un mondo del lavoro in sofferenza con la concreta attualità di un aumento del numero delle famiglie che si collocano nell’area della povertà o nelle immediate vicinanze della soglia di povertà.

Tra gli effetti più devastanti della crisi nel nostro territorio, c’è anche un dato difficilmente quantificabile, ma più che mai reale e preoccupante, relativo all’impatto che produce sul mondo del lavoro atipico e precario, quello che interessa le giovani generazioni, gran parte della manodopera femminile e molto del primo impiego. Sono moltissimi, infatti, i contratti a termine che non vengono rinnovati  per il calo della produzione e del fatturato delle imprese, così come sono molti i lavoratori interinali che restano a casa. Tutti lavoratori che restano esclusi da qualsiasi garanzia e dagli ammortizzatori sociali.

E’ per questo che abbiamo deciso che ogni argomento, ogni possibilità, ogni progetto, ogni azione possibile, in tutti i campi, dal socio-sanitario, alla cultura, al Territorio, all’ambiente, abbia come finalità principale il creare occupazione. Gualdo città del cambio culturale nel mondo del lavoro: INSIEME POSSIAMO

AMBIENTE E TERRITORIO

  Per quanto concerne Ambiente e Territorio, l’Amministrazione ha focalizzato l’attenzione in particolare sull’ assetto territoriale, la cura del territorio, le  energie alternative, il ciclo dei rifiuti, il tutto, anche qui, all’insegna del lavoro, dei possibili effetti moltiplicatori, dell’occupazione.

Per quel che riguarda la cura del Territorio, un argomento mai sopito è quello delle “cave”, argomento delicato che corre tra il dover sistemare danni apportati al territorio in decenni, voragini da colmare, superfici da riambientare, contenziosi aperti, impegni non onorati, controlli non efficaci e quanto altro possibile. Il nostro impegno è di sviscerare ogni possibile argomentazione in tal senso e agire nel formare un equilibrio dove l’ambiente ed i nostri territori vedano riconosciuti i loro diritti e garanzia di tutela. Un passo in avanti è stato compiuto con il risanamento e messa in sicurezza permanente della discarica Vignavecchia, uscita  dalla procedura di infrazione europea (costo 650.000 euro), messa in sicurezza del Fosso “Categge” (280.000 euro), bonifica ex cava Palombara (45.000 euro). Capitoli decisivo quello del ciclo dei rifiuti: servizio porta a porta 82%, raccolta differenziata al 70%, cassonetti ridotti di oltre il 50%, tariffe ridotte del 13%, isola ecologica gratuita aperta 6 giorni su 7, videosorveglianza e fototrappole per combattere l’abbandono dei rifiuti, crescita occupazionale.

Prossimi obiettivi già finanziati, il Centro di riuso (95.000 euro), Piano operativo tariffa puntuale già approvato (75.000 euro).

CENTRO STORICO 

 Il centro storico, gioiello di ogni insediamento urbano, oggetto di “spopolamento” viste le tendenze degli ultimi anni alla decentralizzazione e al cambiamento degli stili di vita, ci impone di continuare a porre grande attenzione ed è necessario, chiedendo e favorendo il pieno coinvolgimento di tutti gli abitanti e di tutti gli operatori economici che vi operano. E’ provato che nei centri storici non più abitati, anche le attività commerciali, seppur in città fortemente vocate al turismo, soffrono. Pertanto il rilancio del centro storico non può non iniziare dal favorire la residenzialità, soprattutto dei giovani e delle giovani coppie; rilanciare il centro significa renderlo fruibile ed accessibile, in grado di offrire servizi e prodotti di qualità, un arredo urbano invitante, la necessità vera di creare soprattutto e prima di tutto un luogo dell’anima, un esempio di qualità del vivere alle più alte espressioni. Ci impegneremo ulteriormente in maniera tale che si crei tra operatori e amministrazione,  una autentica e necessaria collaborazione nel raggiungimento di un obiettivo comune.  Favoriremo tutti quei progetti che apporteranno miglioramenti all’arredo urbano, all’accoglienza e al decoro a tutto ciò che renderà più bello e abitabile un centro che dal punto di vista architettonico e strutturale è tra i più belli dell’Umbria

LE FRAZIONI

Gualdo Tadino vede la presenza di numerose frazioni che vanno da Gaifana a Biagetto, da Categge a Morano Madonnuccia; una distribuzione territoriale piuttosto omogenea, una antropizzazione ancora forte del territorio, che costituisce un valore aggiunto, una ricchezza. Per questo riteniamo necessario incrementare la manutenzione di servizi quali viabilità, illuminazione pubblica, gestione dei rifiuti, servizi che contribuiscono a mantenere la vivibilità e il decoro delle frazioni stesse, che sono risorsa, parte integrante e importantissima di un progetto per il rilancio del territorio. Le frazioni ed i loro abitanti, sono i veri custodi di un territorio che se abbandonato va incontro ad un declino sempre maggiore. In un contesto di valore storico assoluto, a partire ad esempio dai Castelli di Grello o di Pieve di Compresseto, o dalle vicende in precedenza citate di Caprara della battaglia di Tagina, non possiamo non continuare ad impegnarci in una assoluta rivalutazione di questi luoghi, vero scrigno storico-culturale, ognuno dei quali ha molto da narrare, su cui impiantare nuove forme di sviluppo sociale, antropologico ed economico. Un progetto globale dove, come già ampiamente descritto, il territorio, la ruralità in tutte le sue espressioni a partire dalle sue profonde radici, vada a contribuire in maniera significativa al rilancio anche dell’occupazione. La costituzione di una rete relazionale e programmatica che coinvolga tutte le frazioni, nella consapevolezza delle specifiche peculiarità e tradizioni, nella consapevolezza, però, che l’unione fa la forza.  Anche per favorie questo processo, riteniamo fondamentale promuovere la nascita di figure quali i Referenti di Frazione come collaboratori attivi al progetto, una consulta che contribuisca a mettere insieme le forze e le idee migliori e che abbia voce in capitolo nelle decisioni dell’Amministrazione. Rifondare il concetto di “comunità”, creare o ricreare la consapevolezza di “bene comune”, valorizzare tutti gli aspetti, fare dei concetti e delle azioni della ruralità, motivo culturale forte sino a giungere, ad esempio, alla realizzazione di un “museo vivente” della civiltà contadina e rurale o al “Forno Comune”. Gualdo di fatto ha già la sua “estate gualdese”, non serve inventarsi ogni anno e ad ogni costo, anche letteralmente parlando, manifestazioni estemporanee, spesso corpi estranei in un contesto comunque ben identificato o storicizzato: a partire dagli inizi di giugno, per terminare alla fine di agosto, si susseguono nel territorio gualdese, praticamente senza soluzione di continuità, eventi, sagre, spettacoli, che costituiscono ormai tradizione. E’ sufficiente ed anche necessario, sviluppare tali eventi, arricchirli e diversificarli, pur nella loro genuina matrice, sino al punto di avere un ventaglio di proposte ricche e culturalmente valide e spendibili. Il concetto di comunità andrebbe a sovrapporsi finalmente al concetto di gualdesità, i singoli eventi, non più “concorrenziali” ma sinergici. Le frazioni centri di vita reale a misura d’uomo, sono veri e propri centri culturali,  non più semplici ”dormitori” da dove il mattino si parte per lidi e destini diversi, spesso lontani, ma diventano, invece, esse stesse motivo di occupazione, motivo di sviluppo economico, in un contesto di visione generale e di programmazione che spetta innanzitutto a chi ha l’onore di  amministrare. In un progetto che riguardi la “Protezione Civile” il ruolo delle frazioni, insieme alle istituzioni, nell’individuare aree, edifici, servizi che possano essere utilizzati in caso di emergenza, contribuirebbe a costruire una rete in tal senso, importantissima in caso di male augurata necessità. Sarebbe necessaria e indispensabile la formazione di alcune persone che possano fare da guida ed organizzare le eventuali azioni.

QUALITA’ DELLA VITA, TERRITORIO, PAESAGGIO, MONTAGNA E RURALITA’ 

Cinque anni fa partimmo dal presupposto di tutelare e valorizzare un mondo vasto e con radici profondissime: il mondo della ruralità, il suo territorio, il suo paesaggio, le sue produzioni materiali e immateriali. Riteniamo almeno in parte assolto il nostro compito nell’avere intrapreso un cammino che tiene perfettamente conto di quella tutela e di quella valorizzazione; un cammino lungi dall’essere al traguardo, ma pieno di iniziative, di interventi e di proposte, che dimostrano e certificano l’effettivo interesse per gli obiettivi dichiarati. L’attenzione verso gli agricoltori, gli allevatori e le loro aziende, da lungo tempo praticamente ignorati, si è tradotta in fatti concreti: la riapertura del mattatoio comunale, prima iniziativa amministrativa e pratica della nostra amministrazione, (inaugurato il 29 giugno 2014, dopo aver ultimato i lavori necessari) al fine di favorire nuovi insediamenti in ambiente rurale, favorire le produzioni agroalimentari di qualità, la filiera corta ed i prodotti a chilometro zero, in nome di una tradizione storico-culturale di grande portata.

L’Amministrazione ha mantenuto quanto promesso, mettendo a disposizione, per raggiungere questo importante obiettivo, mezzi, risorse umane ed economiche, cercando di accelerare i tempi e di vincere anche le consuete lungaggini burocratiche. C’è soddisfazione, in quanto argomento particolarmente sentito dalla cittadinanza e dagli operatori del settore zootecnico ed agro-alimentare, per nostra fortuna, ancora di una certa consistenza ed importanza. L’attuale Mattatoio di Gualdo Tadino, costruito nel 1984, ristrutturato e trasformato in Mattatoio a norma CE negli anni 2005/2006, costituisce un importantissimo punto di riferimento per i nostri allevatori, così come di tutti gli operatori zootecnici e di tutta la filiera, di un vasto territorio: fascia appenninica da Scheggia a Valtopina, Valfabbrica, parte del folignate e dell’eugubino, parte di territori della regione Marche, dell’assisiate e del perugino. Questa Amministrazione, ha posto da subito l’accento sull’importanza della valorizzazione del territorio, delle produzioni agroalimentari e zootecniche di qualità ed a chilometro zero, della rivalutazione di una millenaria “civiltà rurale” che nelle nostre terre ha lasciato e mantiene testimonianze importanti.

Il nostro mattatoio, oltre che per gli ungulati domestici, visto il posto di assoluto rilievo che sta assumendo la selvaggina cacciata, in termini anche quantitativi, grazie al nostro intervento ha ottenuto l’ampliamento del riconoscimento CE con la possibilità di lavorare anche la grande selvaggina cacciata.

Il nostro intento  sarà quello di promuovere le filiere che riguardano il consumo a fini alimentari, delle carni di selvaggina, carni di elevata qualità igienico-sanitaria ed organolettica. La selvaggina è un pregiato prodotto della natura; prodotto naturale pregiato che occupa un posto importante nell’ambito di una “alimentazione sana e naturale”, tema attualissimo, legato in maniera indissolubile al turismo e agli itinerari culturali-gastronomici. Il nostro mattatoio ha potenzialità strutturali per sostenere notevoli carichi di lavoro, ma quello che a noi interessa è che torni a essere sempre di più riferimento certo per i nostri cittadini e i nostri allevatori, che garantisca produzioni e procedimenti di assoluta qualità, che contribuisca in maniera significativa al mantenimento della nostra zootecnia in tutto il suo valore sociale ed economico ed allo sviluppo di nuove forme di produzioni alimentari. Sono dieci le persone che lavora direttamente nella struttura, ma molto forte l’indotto ovviamente tra allevatori, trasportatori, trasformatori, assistenti e quanto altro.

Qualità della vita è anche mangiare bene, consumare prodotti sani e salubri che hanno origine e trasformazione nei nostri territori, a chilometri zero.       INSIEME POSSIAMO                                                                             

La riconosciuta qualità del paesaggio umbro, dal punto di vista agro-alimentare vede il proprio emblema nella così detta “triade mediterranea”, pane, vino, olio di oliva; E quindi alle indiscusse qualità organolettiche dei nostri prodotti agro-alimentari, ad una indiscussa loro qualità legale, noi abbiamo il pregio e l’onore, ed anche l’obbligo, di poter aggiungere una qualità intellettuale, che si basa sulla forza della nostra storia, della nostra tradizione, della nostra cultura. Qualità storico-culturale che la globalizzazione, il consumismo sfrenato, il metropolismo, se noi vogliamo, non potranno mai erodere fino in fondo.

Su tutto ciò noi rafforzeremo la nostra azione, favorendo quei processi che vedono la qualità della vita e quindi anche le produzioni di qualità, al primo posto.

Non possiamo che ribadire che in un Mondo globalizzato, dove l’alimentazione non sembra essere più nutrizione, dove il valore del cibo sembra aver perso per sempre il legame storico con i luoghi di produzione, va tentato un recupero in tal senso, mettendo sempre e comunque in evidenza la portata culturale di tali valori della ruralità. Riaffermiamo che i prodotti dell’agricoltura sono inoltre cibo, alimento. Il paesaggio di qualsiasi ambiente abitato va a finire sempre e comunque nel piatto: quando è l’alimentazione a cambiare, allora è avvenuta una mutazione culturale profonda, che ci allontana  sempre più dalla nostra identità.

Ribadiamo ancora la nostra proposta e la nostra azione tendente a favorire le produzioni di qualità, e la qualità della vita, con l’intento di invertire il fenomeno dell’abbandono delle nostre zone rurali, consapevoli delle nuove opportunità di lavoro, che possono innestarsi su attività antiche ed affascinanti; attività mai sopite nel nostro animo. Noi dobbiamo trarre vantaggio da questo patrimonio storico-culturale, farne il cardine ed il presupposto per una vera economia del territorio che inizia proprio dalla cura del territorio stesso.

INSIEME POSSIAMO 

RURALITÀ, COLTIVAZIONI BIOLOGICHE E TRASFORMAZIONE DEI PRODOTTI

Sta sorgendo un forte interesse intorno al mondo agricolo e rurale, anche da parte dell’imprenditoria giovanile; non sono certo le promesse di facili guadagni a promuovere tutto ciò, ma una sana esigenza di produrre e consumare alimenti di qualità, sani e, se possibile, salubri. Una scelta di vita più che una scelta economica.

Porteremo soltanto un esempio, ma estremamente significativo: i maggiori produttori italiani di pasta miscelano il grano estero contaminato da sostanze tossiche con quello italiano, privo di residui. Un’attività che il Regolamento CE 1881/2006 vieta in modo chiaro. Sono almeno tre le sostanze in causa: il Don è una micotossina che attacca soprattutto il mais, ma in misura minore anche il grano che cresce in climi umidi.  Il glifosato è il diserbante più utilizzato al mondo, cancerogeno. Il cadmio è, invece, un metallo pesante presente in natura ma, oltre la soglia di sicurezza, può avere effetti cancerogeni. Se contiene Don e glifosato, il grano non può che provenire dall’estero.

L’Italia, infatti, non importa grano estero (soprattutto canadese e ucraino) per motivi economici ma perché quello coltivato nel nostro Paese non basta a soddisfare il fabbisogno interno ma anche esterno, visto che i maggiori marchi made in Italy esportano la propria pasta in tutto il mondo. DON, glifosato, cadmio e piombo sono le sostanze incriminate. La presenza del DON (Deossinivalenolo), in particolare, sarebbe la spia dell’utilizzo di grani esteri anche in quelle marche che assicurano in etichetta di aver utilizzato per la preparazione di pasta solo grani italiani al 100%. Il DON è un composto tossico prodotto da alcuni funghi appartenenti al genere Fusarium che si sviluppa in condizioni di umidità e quindi in grani come quelli canadesi e in genere in tutti gli areali sul 45° parallelo dove le condizioni naturali non consentono un’asciugatura perfetta come invece avviene nei grani del Sud che beneficia di condizioni climatiche seccagne. I funghi presenti nel grano raccolto possono produrre micotossine e il DON, è una possibile sostanza cancerogena classificata 2B. Le altre sostanze contaminanti prese in esame nella tabella sono il glifosato, vietato in Europa dal mese di agosto 2016, che è uno degli erbicidi disseccanti più diffuso al mondo ed è utilizzato per favorire la maturazione artificiale del grano duro proprio negli areali più umidi e lascia residui che sono stati trovati nei test. Un’altra prova per l’associazione che la pasta verrebbe prodotta con grani coltivati nei Paesi in cui non vige il divieto. In realtà il glifosato è presente dappertutto ed esistono limiti tollerati per l’alimentazione umana. Poi c’è il cadmio, un metallo pesante tossico innanzitutto per i reni, ma può causare anche demineralizzazione ossea ed è stato classificato come cancerogeno per gli esseri umani dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. Oltre a quanto appena detto, non possiamo certo dimenticare i più grandi episodi di rischi alimentari legati alla diossina, all’amitraz, al fipronil o a malattie o sindromi come le TSE (encefalopatie trasmissibili) o l’influenza aviare, dove i sistemi di allevamento e l’alimentazione animale giocano un ruolo importante.

Il nostro obiettivo  è quello di dare voce agli agricoltori e ai consumatori. Una voce che deve essere ascoltata anche sulla scena  delle Istituzioni superiori, a partire dalla Regione Umbria, per realizzare concretamente un percorso di Sovranità Alimentare. Insieme è possibile.

E questo per fornire un deciso apporto alla sicurezza alimentare che vede i consumatori sempre più smarriti nel villaggio globale. Pasta, pane, pizza, biscotti, dolciumi e tanti altri derivati del grano sono oggi sempre più condizionati dalla scarsa qualità delle derrate agricole di provenienza estera che hanno ridimensionato enormemente la vocazione originaria dei territori di produzione italiana, considerati dei veri e propri giacimenti d’oro sotto il profilo salutistico.
La nostra missione è, quindi, mettere insieme gli anelli deboli della filiera, associarli in modo da elaborare politiche realmente efficaci per il settore, difendere la salute dei consumatori e gli interessi delle comunità rurali grazie ad una incessante attività di comunicazione.

Come Amministrazione abbiamo posto certamente la dovuta e necessaria considerazione alle produzioni di qualità, sia che riguardino ad esempio l’artigiano, sia che tratti di prodotti alimentari di origine animale e non. Le attività produttive agricole e zootecniche del nostro territorio sono di rilievo ed è per questo che rinnoveremo la nostra attenzione, ritagliando un assessorato su misura, con i relativi uffici, su Ambiente, Paesaggio, Montagna e Ruralità. Tutto ciò perché i nostri territori e le nostre genti, sono legati in maniera indissolubile alla storia, alla cultura di almeno cinquemila anni. Riteniamo ancora di più, ben spese le attività rivolte a tutto ciò che facilita tali produzioni. Era, è e sarà una scommessa soprattutto economica e sociale, ma soprattutto culturale: in momenti di difficoltà oggettive del mondo del lavoro, in territori da sempre considerati “emarginati” dove la “rivoluzione industriale” che ha trasformato i contadini in operai, non è riuscita, però, a sconvolgere sino in fondo gli assetti territoriali, ad erodere irreparabilmente il terreno idoneo alle coltivazioni, mantenendo una pur limitata, ma ancora significativa possibilità di produrre in maniera altamente qualitativa. Forti tradizioni agroalimentari e zootecniche, disponibilità di pascoli e di foraggi di qualità, allevamenti estensivi, con l’utilizzo di animali appartenenti a razze storiche quali la chianina per i bovini o l’appenninica per gli ovini, cura del benessere animale particolarmente avvertita: è da tutto questo che si deve ripartire. INSIEME POSSIAMO

Proponiamo, a titolo esemplificativo, tre possibili vie che conducano direttamente alle produzioni di assoluta qualità, al recupero di terreni marginali, a nuovi stili di vita, a rendere più curato e bello il nostro territorio, alla creazione di occupazione, in altre parole a migliorare la qualità della vita:

1)     AZIENDE A PRODUZIONE BIOLOGICA

Una risposta concreta giunge da imprenditori agricoli che si stanno impegnando in coltivazioni biologiche, su “progetti di filiera” dove l’azienda cura tutto il processo produttivo e di trasformazione, quindi dalla lavorazione della terra alla tavola. Cereale, così come crescia, derivano il nome dalla radice Ker, presente in creare e crescere, alla quale è legata la dea Cerere, nome astratto personificato della crescita, come anche i cereali e la birra come, la francese cervoise e la spagnola cervesa, la ceres e querce come il cerro.

Dalle nostre parti la crescia è “la torta sott’al foco”.

Il tutto  si fonda su 3 principi cardine

a)                 Azienda biologica

b)                Scelta di sementi non geneticamente modificate (grani antichi)

c)                 Sostenibilità, azienda a consumo zero

Naturalmente si inizia con la parte strettamente agricola, iniziando a produrre grani antichi come facevano le vecchie generazioni,  specializzandoci poi, sul metodo di coltivazione biologico.

Da considerare le opportunità che si sono create all’inizio del 2017, poiché, grazie anche al terremoto ed altre particolari condizioni, è uscito un bando PSR in cui sono stati stanziati molti più fondi del passato e con condizioni molto vantaggiose (vedi finanziamento pari a circa il 90% con un investimento di circa 110000/120000€). Questo permette la trasformazione di aziende tradizionali, l’acquisto di nuovi macchinari e la realizzazione di nuove strutture da adibire a centro di trasformazione suddiviso in:

d)                 reparto di stoccaggio, selezione e pulizia delle materie prime;

e)                 reparto molitura, dove trasformare i prodotti in farina e semola tramite un moderno molino a pietra;

f)                  reparto pastificazione, per realizzare una nuova linea di pasta secca interamente “made in Gualdo”.

Come detto, l’azione di un’Amministrazione è anche quella di collegamento dove ad esempio  le associazioni di categoria, innegabile ed utile punto di riferimento degli operatori, hanno idee diverse in merito a molte questioni, così come di formazione ed informazione. Oggi l’agricoltura è cambiata, non ci si può improvvisare ,ma molto tempo bisogna passarlo a studiare o davanti ad un pc, la programmazione e la conoscenza delle normative conta almeno quanto la conoscenza della corretta pratica agricola; Quindi, puntare sul cibo a km 0, creare strumenti e condizioni che permettano di far incontrare il produttore con il consumatore, collaborazione tra imprese agricole serie, fare rete condividendo anche risorse e know-how (solo così si può far crescere questo settore).

2) La coltivazione del Nocciolo

Tale coltivazione costituisce una nuova e interessante opportunità di sviluppo economico del territorio: si presenta come eventuale alternativa alle coltivazioni cerealicole,  in particolare nei terreni in collina con disponibilità di irrigazione.  Si tratta di un progetto ambizioso e di sviluppo delle politiche agricole del territorio,  capace di creare nuove forme di economia di settore ed una contemporanea rigenerazione mirata delle colture che potrebbero interessare gli agricoltori del nostro Comune e per il quale l’amministrazione sta dando e darà massimo supporto ai soggetti interessati. Esiste la ferma volontà della Regione Umbria di collaborare e promuovere rapporti di sviluppo tra pubblico e privato in tema di agricoltura. Dobbiamo cercare le migliori opportunità per le imprese agricole e oggi la produzione della nocciola appare promettente per garantire maggior reddito ai nostri agricoltori. La sua coltivazione è, infatti, sempre più carente nel mondo e soggetta a stagionalità. Ad esempio, l’anno scorso in Turchia, paese leader nella produzione di questo frutto, c’è stata una grave carenza di prodotto. L’industria dolciaria italiana si sta, così, prendendo la responsabilità di costruire una filiera nazionale della nocciola. Il 16 gennaio la Regione dell’Umbria ha emanato il bando per la creazione e lo sviluppo di una filiera corta regionale per il nocciolo tra imprese agricole e agroalimentari, a valere sul Psr 2014/2020.

3) Coltivazione della Canapa

Il 2016 verrà ricordato come l’anno in cui è stata approvatala legge che disciplina il settore della canapa industriale. Anche se in Italia è dal 1998 che si è ricominciato a coltivarla, sappiamo di avere una solida tradizione alle spalle, ancora viva nel tessuto sociale di famiglie, paesi e comunità intere. Nonostante la coltivazione di canapa industriale non sia mai espressamente stata vietata nel nostro Paese, la mala interpretazione delle leggi antidroga ha portato le forze dell’ordine ad arrestare e sequestrare le coltivazioni di chi negli anni ’70 e ’80 aveva provato riprendere la coltivazione della canapa da fibra o da seme.

La canapa è una pianta straordinaria dai mille utilizzi che purtroppo sono andati persi negli ultimi anni per via di una politica repressiva nei confronti di una varietà con alti contenuti di THC, una sostanza con effetti psicoattivi. Date le difficoltà economiche di molte aziende agricole, la diversificazione delle colture è una pratica necessarie e la coltivazione della canapa potrebbe rappresentare un’importante alternativa. La canapa è una pianta facente parte del genere “Cannabis“, della famiglia delle Cannabaceae. La specie più comune e utilizzata è la “Cannabis sativa“, famosa soprattutto per via del suo contenuto in THC, sostanza con effetti psicoattivi che si ottiene dalle infiorescenze essiccate femminili. Esistono delle controversi nel mondo scientifico sulle varie specie, alcuni considerano le altre specie di cannabis come sottospecie della sativa, mentre altri le considerano specie a sé. Ricordiamo ad esempio la “cannabis indica”. La canapa è una pianta a ciclo annuale che germina in primavera e fiorisce in estate, e la raccolta eseguita in autunno. Nel corso degli anni, sono state selezionate le varie varietà a seconda del contenuto di THC, vietando quelle con alti contenuti e permettendo quelle con livelli di THC irrisorio e quindi destinate alla produzione industriale. La canapa è una pianta con fusto alto e sottile, la parte superiore ricoperta di foglie, mentre l’inferiore ne è priva. Il fusto è composto da una parte fibrosa chiamata “tiglio” e da una legnosa denominata” canapolo”. In questi ultimi anni, grazie anche ad un’opinione pubblica sempre più informata, i vecchi utilizzi stanno ritornando di uso comune. Il più importante è quello tessile, infatti, grazie alla fibra è possibile fabbricare tessuti di ottima qualità con un impatto ambientale minore rispetto al cotone. Attualmente può essere lavorata in modo da renderla sottile quanto si desidera, e quindi può essere utilizzata come valida alternativa alle fibre sintetiche. Un altro uso molto importante sono i semi e l’olio ricavato da essi. I semi hanno un forte valore nutritivo, come l’olio, che può essere utilizzato anche per scopi industriali. Dalla parte legnosa della canapa, è possibile ricavare della carta di ottima qualità, utilissima per contrastare il fenomeno della deforestazione. Rispetto alla carta da albero, la cellulosa della canapa è molto più abbondante e facile da estrarre. Grazie alla canapa inoltre, è possibile ricavare materiali da costruzione e oli combustibili. In questi ultimi anni inoltre, la ricerca medica scientifica sta scoprendo immensi benefici nell’utilizzo della “cannabis” in certe patologie. Ora, dopo anni di distruzione ambientale, ci auguriamo che venga presto ristabilita giustizia e si favorisca la coltivazione di questa favolosa pianta dai mille utilizzi

PROGETTO “CERERE”

TURISMO RURALE

 

Il “turismo rurale” comprende le varie forme di turismo direttamente connesse alle risorse rurali, ovvero tutte quelle forme di turismo in cui la “cultura rurale” rappresenta la componente più importante, da non confondersi con il “turismo nelle aree rurali”, che invece comprende tutte le forme di ricettività ubicate in ambito rurale, indipendentemente dalle motivazioni dell’ospite e dalle modalità di fruizione. Le risorse della ruralità sono costituite dall’agricoltura e dai suoi prodotti, dalle aree verdi e dalle zone protette, dall’artigianato, dai patrimoni culturali e artistici presenti nei paesi e nei piccoli centri delle aree rurali. Il processo di creazione del valore attraverso il turismo rurale si basa sull’interazione di più attori e sulla combinazione di un insieme di risorse, specifiche del patrimonio locale rurale. La vitalità economica e sociale di un territorio rurale è quindi legata indissolubilmente all’agricoltura e al turismo, che permettono la produzione e rigenerazione spontanea dei capitali rurali. Nel corso degli ultimi decenni le aree rurali sono state interessate da profonde trasformazioni che hanno prodotto una modifica sostanziale della loro tradizionale struttura economico-sociale. Queste zone hanno acquistato una crescente importanza in termini di caratterizzazione dell’ambiente e del paesaggio, dovuta ad un mutamento sostanziale degli stili di vita e di consumo. A formare lo spazio rurale, quindi, concorrono sempre più attività economiche quali: turismo, commercio, artigianato ecc.
Stiamo assistendo, infatti,  alla crescita della ricerca e dell’acquisto di prodotti incontaminati, alla riscoperta e alla valorizzazione dei beni ambientali. Uno degli effetti immediati è stato l’ampliamento e il rafforzamento dell’offerta di turismo rurale e delle sue due componenti principali: l’agriturismo e i prodotti agroalimentari locali. Conviene “classificare” come turismo rurale tutte quelle attività turistiche che vengono praticate in temi specifici (trekking, birdwatching, ippo-turismo, pernottamento in edifici rurali, ecc.). Viene visto come evoluzione del turismo alternativo, o anche chiamato turismo soft o sostenibile, e in opposizione al turismo di massa, ossia quel turismo che registra un flusso continuo e numeroso di turisti, che visitano le realtà locali ma cercano le attrattive tipiche della propria cultura. Il turismo soft, invece, è un turismo dove si registra un numero limitato di turisti, i quali si adattano alle norme locali, interessati agli stili di vita del posto e disponibili all’apprendimento di usi, costumi e lingua del luogo.
Nelle aree rurali, molte iniziative di valorizzazione del turismo rurale, dell’agriturismo e dei prodotti agroalimentari locali, hanno contribuito a: diffondere una maggiore consapevolezza delle opportunità di sviluppo offerte da un uso sostenibile e integrato delle risorse locali; recuperare risorse che rischiavano di scomparire (ad es. molte produzioni agroalimentari tradizionali) o di degradarsi (ad es. il paesaggio rurale, gli edifici rurali, i monumenti, ecc.); qualificare il territorio ad esempio attraverso l’introduzione di servizi sia per le imprese sia per la popolazione o di infrastrutture; rafforzare l’identità locale e il sentimento di appartenenza alla comunità locale, attraverso la creazione di nuovi legami fra gli abitanti locali e la valorizzazione delle risorse culturali, ambientali e economiche dell’area; ridisegnare i rapporti fra aree urbane e rurali; rendere maggiormente attrattivo il territorio rispetto ad altri territori grazie alla creazione di una offerta peculiare.
Di fronte all’incremento della domanda registrato nel corso di questi ultimi anni e alle crescenti attese dei consumatori, sempre più interessati non solo alla fruizione dei servizi in azienda ma al territorio nel suo complesso, è necessario costruire una offerta integrata e di qualità capace di rendere maggiormente attrattive e competitive le aree rurali nel panorama complessivo dell’offerta turistica.
Il turismo rurale risulta essere una realtà che ha una sua identità precisa, che copre un segmento della domanda fortemente caratterizzata e che esprime un prodotto appetibile per il mercato interno e internazionale. Il settore è quindi oggetto di una attenzione crescente in conseguenza, probabilmente, dell’evoluzione delle preferenze e degli stili di consumo della domanda turistica.
I turisti italiani, oltre ad essere alla ricerca di ambienti salubri e tranquilli, sembrano preferire strutture e aree con una offerta articolata che permette di soddisfare una molteplicità di esigenze fra le quali quelle culturali (la vicinanza a città d’arte e la presenza di risorse storico-culturali è perciò strategica) e sportive. Inoltre, la possibilità di poter conoscere la gastronomia locale e di degustare e acquistare prodotti agroalimentari tipici sta acquistando una notevole importanza e in molti casi rappresenta l’elemento discriminante nella scelta dei luoghi di soggiorno.
Per quanto riguarda il movimento dei turisti stranieri, nelle aree rurali, presenta un trend decisamente positivo. Sono anch’essi generalmente alla ricerca di ambienti salubri e tranquilli, ma anche attratti dalla presenza di risorse culturali e storiche locali.
I principali elementi che caratterizzano l’evoluzione della domanda, gli stessi dei quali terremo conto nella nostra programmazione, possono essere riassunti in: una crescita delle presenze di turisti italiani, che fa seguito all’aumento delle presenze di stranieri registrato negli ultimi anni. Alcune tendenze di carattere generale che interessano tutto il settore turistico sono particolarmente positive per le aree rurali: una formidabile crescita dei temi legati al mondo della gastronomia e dei prodotti di alta qualità, il turismo enogastronomico registra un particolare sviluppo diventando per certe fasce di utenti, la motivazione principale degli spostamenti. Inoltre, questa forma di fruizione turistica appare sempre meno legata all’ottica escursionistica, per ritagliarsi uno spazio e dei tempi ben definiti che possono andare dal week-end all’intera settimana. In questo ultimo caso la scoperta più generale del territorio e delle risorse culturali, artistiche e naturalistiche in esso presenti assume un rilevo particolare; un consolidamento del target esperto, fortemente fidelizzato, con un ottimo livello di conoscenza, ed un’alta percentuale di ritorno presso la azienda ospitante, i luoghi, o più in generale verso la tipologia di offerta delle aree rurali; un maggiore stile esplorativo dei clienti; un aumento della sensibilità ambientale nel consumo di servizio di turistici, con ripercussioni sia a livello delle strutture ospitanti, che dello stile di ospitalità (da stime effettuate dalle associazioni di settore emerge che le preferenze dei consumatori sembrano orientate verso le aziende agrituristiche caratterizzate, oltre che per l’offerta di prodotti tipici, anche per una buona organizzazione delle attività ludico-ricreative). Sarà nostra cura favorire tutti i processi che permettano la creazione ed l’evoluzione di una risposta in termini di servizi e di accoglienza, in risposte ad una richiesta in aumento e sempre più articolata e specifica. INSIEME POSSIAMO 

IL TURISMO MONTANO 

Il turismo montano, nato come sfida dell’uomo alla natura, oggi si sta evolvendo in un prodotto turistico esperienziale aperto a tutti. Gli addetti ai lavori lo chiamano “turismo montano” riferendosi al flusso dei turisti che scelgono la montagna come destinazione delle proprie vacanze e del proprio svago.  I più prediligono la montagna sulla base di un interesse sportivo-naturalistico – per lo sci in inverno, per il trekking e le escursioni in estate – ma oggi il fenomeno va molto più al di là di questo. Per noi a Gualdo Tadino il turismo montano è anche molto altro, legato a un ambito che si rifà ad ambiente, natura, paesaggio, ma anche e soprattutto passione, scelte di vita, storie personali, spesso in bilico tra modernità e tradizione, valori storico-culturali.  Tutto ciò si presta benissimo a essere convogliato e raccontato attraverso lo storytelling turistico e possibilità espressive sono molteplici, anche perché il concetto tradizionale di turismo legato alla montagna sta subendo una notevole evoluzione. L’evoluzione è particolarmente interessante e avvincente, le esperienze in montagna divengono soprattutto fatti emozionali; sta avendo sempre più successo il concetto di vacanza outdoor all’insegna dell’emozione e di prodotti di nicchia secondo un approccio di tipo esperienziale unitamente a nuova sensibilità nei confronti del turismo sostenibile, della natura, dell’identità storico-culturale dei luoghi e dei prodotti locali. Ciò che il turista che frequenta la montagna chiede è un’esperienza personalizzata, la pratica di attività specifiche e il raggiungimento non solo di un benessere fisico, ma anche psicologico. Il turista oggi è sempre più informato ed esigente e chiede di vivere un’esperienza integrata che non sia più legata solo alla visita di un luogo. Non più solo sci in inverno e trekking in estate quindi, ma largo a nuove attività: tra le principali arrampicata, percorsi in mountain bike, downhill, ciaspolate. Le dinamiche e le problematiche del turismo montano suscitano il nostro pieno interesse e sono sotto i riflettori nell’ultimo periodo. Per questi motivi ci occuperemo di progetti di valorizzazione della nostra montagna volti alla definizione di una strategia per lo sviluppo delle nostre aree e la loro promozione. Con un approccio innovativo, di confronto e dialogo rispetto ai valori e alle criticità di questo articolato contesto,  la nostra amministrazione proporrà di guardare al territorio in un’ottica sistemica con l’obiettivo di fare sintesi tra le molte possibilità che animano la montagna. L’obiettivo è quello di sostenere azioni interdisciplinari, coerenti con le peculiarità territoriali, per fare sinergia tra gli stakeholder, a favore di tutti coloro che qui vivono, studiano e lavorano, o utilizzano la montagna come svago, con un occhio di riguardo alle nuove generazioni.

Il nostro programma prevede, in uno sfondo progettuale che chiameremo “la montagna incantata” una serie di eventi e approfondimenti tematici: servizi e comunità locali, vivere la montagna, attrattività e turismo,  la montagna al centro, giovani e start up d’impresa,  il futuro della montagna, ambiente e natura: motore per lo sviluppo della montagna, Governance e comunità: una rete per la montagna. 

SAN GUIDO, PUNTO DI RACCORDO TRA CITTA’ E MONTAGNA

 La località situata nel territorio di Gualdo Tadino, vicinissima alla Città stessa, denominata San Guido, ad un’altitudine di circa 700 metri s.l.m., ai piedi dell’Appennino gualdese, immersa totalmente nel verde, terrazzo naturale che permette un’incantevole visione panoramica sulla Città, costituisce da sempre punto di raccordo naturale tra la città stessa e la montagna. Posta lungo la viabilità che da Gualdo porta a Valsorda e Serrasanta, località storiche e da sempre meta dei gualdesi e non solo, località dall’indiscusso valore ambientale e paesaggistico. La montagna e Gualdo, un binomio inscindibile: la montagna, viva, severa, affascinante, risorsa inesauribile per il corpo e per l’animo, luogo di lavoro, di svago e di rifugio spirituale. E’ secolare la tradizione dei boscaioli gualdesi, in particolare del rione della Capezza, che con l’ausilio di muli, somari e cavalli trasportavano in città legname e carbone; legname e carbone che oltre ai focolari domestici, andavano a fornire energia anche alle numerose fornaci delle ceramiche gualdesi. E poi i numerosi frutti del bosco, funghi, castagne, noccioli, selvaggina. In un contesto e in un progetto di valorizzazione e rivalorizzazione della montagna e del suo territorio, dei suoi prodotti tangibili, frutto di attività primarie quali ad esempio gli allevamenti zootecnici o della caccia, così come dei beni intangibili legati all’ambiente, alla sua naturalezza e bellezza, delle numerose attività fisiche e ricreative che si possono esercitare, la località di San Guido costituisce un nodo essenziale da dove proporre, promuovere e coordinare tutte le attività, prendendo in seria considerazione il recupero, l’adeguamento ed il miglioramento delle strutture esistenti, al fine di poter esercitare una serie di attività la cui azione e consistenza andremo di seguito a descrivere:

 

AZIONI

 

1) la cura e la conservazione del patrimonio paesaggistico, essendo San Guido già immerso nella natura, favorendo nel contempo una corretta e rispettosa fruibilità che riguarda sia i gualdesi quanto i visitatori che vengono da fuori. Fruibilità che va organizzata e sostenuta, onde evitare l’abbandono di aree di grande pregio naturalistico

 

2) cura e miglioria dei sentieri, considerando che nella località di San Guido o nelle immediate vicinanze, confluiscono innumerevoli sentieri, quali quelli del CAI, che permettono il fiorire di numerosi percorsi, sino a raggiungere le sommità, per chilometri e chilometri, sino ad intercettare, ad esempio, il sentiero Italia

 

3) informazione e promozione di tutte le attività possibili, tramite Front Office

 

4) realizzazione di materiale informativo on-line e off-line

 

5) formazione su temi “Ruralità e Montagna” migliorando le strutture già presenti quali la sala riunioni che può essere facilmente trasformata in aula didattica (nei locali del presente ristorante)

 

6a) ricovero temporaneo equidi (bivacco)

7) magazzinaggio biciclette (al fine dell’affitto)

 

8) ristoro con proposta e valorizzazione dei prodotti tipici locali e della montagna

 

9) valorizzazione artistica del luogo, tenendo conto del “percorso dell’acqua” che parte dalla Rocchetta per giungere a Capodacqua, che prevede la realizzazione di fontanelle artistiche in ceramica

 

10) coordinamento di tutte le attività possibili di natura culturale, sociale, associativo, escursionistico, didattico-formativo, sportivo, ricreativo in genere.

 

Il progetto in questione vede come capofila il comune di Gualdo Tadino con l’impegno di coinvolgere sinergicamente una  o più associazioni operanti nel settore socio-culturale ed assistenziale. Le azioni previste portano al miglioramento della sentieristica esistente sino al raggiungimento di sentieri di valenza regionale e nazionale quali il sentiero Italia. Le azioni previsto in sede di front office e di aula didattica prevedono il totale rispetto delle non abilità. Il progetto prevede l’investimento in materiali, quali adeguamento miglioramento ed ampliamento delle strutture presenti, più il miglioramento dell’aula didattica esistente nel già funzionante edificio. Tra i beni immateriali annoveriamo l’onoterapia e tutto ciò che di spirituale il paesaggio può offrire. L’adeguamento delle strutture verrà fatto nel rispetto del risparmio energetico (fotovoltaico e/o solare termico).

Il progetto è decisamente ambizioso, tanto più che oltre alla cura dei beni immateriali, vera forza della montagna, terremo in forte considerazione tutto il resto con l’impegno di costruire delle forti basi strutturali che dovranno necessariamente riguardare, ad esempio, le possibilità d’accesso alla montagna stessa: ci adopereremo per quanto possibile alla realizzazione di un “impianto di risalita”, includendo tale ambiziosa proposta all’interno del progetto “la montagna incantata”, progetto di largo respiro che prevede una continua e mirata ricerca delle risorse, in stretta relazione con le progettualità di area vasta o di collaborazioni tra città di nazioni diverse su cui fanno perno molti bandi a livello europeo. INSIEME POSSIAMO 

INFORMAZIONE AI CITTADINI

GUALDO TADINO CITTA’ DIGITALE 

La capacità progettuale e gli ingenti sforzi messi in campo, hanno consentito alla nostra città di essere tra i Comuni umbri, all’avanguardia nell’abbattimento del cosiddetto Digital-Divide. Sono state investite più di un milione di euro di risorse in gran parte private e oggi le nostre imprese e i nostri cittadini hanno più opportunità anche sotto questo importante profilo. L’obiettivo è quello di arrivare presto alla copertura totale di tutto il territorio comunale con collegamenti ultraveloci in fibra ottica. Nel 2014 il Comune di Gualdo Tadino ha partecipato al bando di gara “Italia connessa” indetto da Tim, presentando un progetto di digitalizzazione del territorio ritenuto tra i 3 più concreti ed innovativi tra gli oltre 100 comuni italiani di medie dimensioni partecipanti. Abbiamo la copertura dell’85% del territorio con servizi in fibra ottica fino a 100 Megabit al secondo, la posa di 26 Km. di cavi in fibra ottica e 38 armadi stradali. Ad oggi la quasi totalità degli edifici pubblici può disporre di collegamenti ultraveloci ed entro il 2019, grazie alla Regione Umbria con “Open Fiber” arriveremo alla copertura totale in tutto il territorio comunale, un traguardo molto importante per famiglie e imprese. 

STRATEGIE AREE INTERNE 

E’ lo strumento di programmazione integrata più importante  degli ultimi decenni, un successo fondamentale per dieci Comuni, compreso il nostro, che hanno condiviso un percorso non facile che ora, dopo quattro anni di lavoro, è pronto a decollare. Per la nostra città oltre 3 milioni e mezzo di euro di investimenti diretti, che porteranno importanti benefici su tanti ambiti della vita sociale ed economica. Questi gli interventi previsti:

–        realizzazione polo intermodale presso piazzale Fulvio Sbarretti

–         riqualificazione della Rocca Flea e della chiesa monumentale di San Francesco

–         percorso delle sorgenti

–         sostegno alle imprese artigiane, culturali e turistiche

–         taxi sociale dell’area

–         potenziamento  cure primarie per la gestione delle maggiori patologie croniche

–         laboratori di eccellenza per IISS Casimiri

–         miglioramento dell’offerta didattica nei plessi con presenza di pluriclassi.

SANITA’ 

 Il Progetto Calai sembra avere superato definitivamente le questioni giudiziarie,  pertanto, vedrà la sua piena realizzazione di progetto complesso,  che prevede la realizzazione di un sistema integratodi interventi ed azioni nel settore socio-assistenziale e sanitario. Si tratterà di salute e di benessere dei cittadini, con ripercussioni però anche in questo caso, nell’intera economia della città; progetto inevitabilmente a forte valenza sociale, sanitaria ed economica che interessa e coinvolge l’intero territorio, necessario al rilancio economico dell’intera Città, ed alla rivitalizzazione di un settore della Città da troppo tempo in sofferenza.

La massima attenzione su ciò che sta avvenendo e su ciò che avverrà nell’Ospedale di Branca, struttura di emergenza-urgenza, che non dovrà arretrare di un passo in tal senso, anzi che dovrà migliorare sempre più in termini di qualità e quantità dei servizi.

Ci occuperemo della Salute e del benessere dei Cittadini, saremo la loro sentinella, verificando di volta in volta le problematiche inerenti al mondo socio-sanitario del Distretto Alto-Chiascio dell’Umbria, in particolare, come già evidenziato, dello sviluppo ed il mantenimento dei servizi del nosocomio di Branca  e tutto ciò che riguarda la sanità territoriale e distrettuale, spesso in sofferenza.

Particolare riguardo alle Residenze Sanitarie Assistenziali, alle Residenze Protette ed ai Centri per Alzheimer  riconoscendo un’area di criticità da valutare in maniera analitica, a confine tra il mondo della sanità e quello del sociale. L’obiettivo è quello di restituire alla politica il suo vero ruolo, fare sempre e comunque l’interesse dei cittadini, uscire da schemi consolidati, ma pesanti, che spesso impediscono di valutare nel migliore dei modi i veri problemi, tanti, da risolvere. Una politica includente, che dia voce a tutti, cittadini e operatori, per proporre una sanità più snella ed efficace, per una spesa pubblica equa e priva di sprechi, a favore del benessere e dei diritti di ognuno di noi.  Il socio-sanitario, quindi, dovrà costituire anche un valore aggiunto nell’economia dei territori, ormai spogli e depredati. Aver vinto in parte le difficoltà di comunicazione viaria, non potranno che agevolare tale valore. Altro aspetto da non trascurare, la recente unificazione delle Asl 1 e 2 che  stenta a dimostrarsi il prodotto di un processo dialettico con sintesi e valorizzazione degli aspetti migliori.

L’attenzione per la salute è sempre stata una priorità del nostro territorio, ma la crisi economica e i conseguenti tagli alla spesa sanitaria potrebbero mettere in pericolo il nostro sistema socio-sanitario.

In un passato che ormai non possiamo più definire recente, l’ospedale Calai è stato un riferimento importante, centro di eccellenza per alcune patologie, contribuendo in termini significativi per l’occupazione e l’economia oltre che per la sanità.  Il presidio ospedaliero di Gubbio-Gualdo ha ufficialmente aperto nel marzo 2008 e, malgrado il giusto rimpianto per il Calai, è giusto sottolineare che il trasferimento a Branca ha rappresentato un momento di crescita per la sanità. Nel nuovo ospedale, infatti, sono presenti la maggior parte delle branche specialistiche e, soprattutto, è polo dell’emergenza (DEA). Quest’ultimo aspetto è di particolare rilevanza perché garantisce la possibilità di mantenere alto il livello delle prestazioni erogate e la sicurezza sia degli operatori che degli utenti. Non si possono negare difficoltà iniziali nell’organizzazione di un presidio nato dalla fusione di due strutture non propriamente complementari, ma è giusto sottolineare che le criticità rilevate dai cittadini sono spesso imputabili alla riorganizzazione della sanità umbra (in pochi anni passaggio a 3 aziende sanitarie differenti) più che alla professionalità dei singoli professionisti. In questa ottica l’obiettivo dei prossimi anni deve essere quello di garantire la persistenza del DEA per mantenere e potenziare le attività dei vari dipartimenti, con particolare attenzione alla qualità), considerando anche l’ampliamento del bacino d’utenza afferente attualmente all’ospedale (Valfabbrica, Casacastalda, Nocera Umbra, Cagli, Cantiano) e la sempre crescente richiesta di prestazioni ambulatoriali (Cup regionale e implementazione distretto). A tale proposito desta preoccupazione l’attivazione di una RSA all’interno dell’ospedale (delibera n. 990 del 6/12/2013), struttura che dovrebbe essere di completa pertinenza territoriale e già presente di fatto presso l’EASP di Gualdo Tadino. Si rende quindi necessaria una verifica della convezione e del protocollo d’intesa per la definizione della sopravvivenza della struttura e per l’attuazione del più ampio progetto di riapertura del Calai che si rende sempre più necessaria al fine di potenziare e migliorare gli interventi nel settore socio-assistenziale e sanitario del nel nostro territorio. I posti di residenza sanitaria assistenziale legiferati e nati all’interno di un ospedale di emergenza quale quello di Branca, creando problemi di ogni tipo, di spazio, di gestione, di “disparità” di trattamento tra ricoverati difficile da spiegare al cittadino, sottrazione di posti letto a reparti come la Medicina che già ora spesso va “in prestito” verso altri reparti, ma soprattutto decretando una più che verosimile crisi di enti di servizio ed assistenza alla persona quali l’EASP di Gualdo Tadino che per tenere alta la qualità dei servizi, cosa riconosciuta da tutti, deve già ora fare giochi di equilibrismo economico-finanziario. Inoltre, costituire un nucleo di RSA all’interno di un nosocomio di emergenza, nato con tutt’altra vocazione, ai nostri cittadini potrebbe sembrare l’anticamera di un viatico che potrebbe condurre ad una retrocessione dell’ospedale di Branca, ad ospedale di comunità. L’importanza dell’EASP, in relazione all’invecchiamento della popolazione che rappresenta l’evento che, a partire dalla seconda metà del XX secolo, sta caratterizzando i paesi del mondo occidentale, determinando una trasformazione senza precedenti della loro struttura demografica con profonde influenze sulle dinamiche culturali, sociali, economiche e politiche. Si tratta di un processo sostanzialmente riconducibile a due fenomeni contrapposti: da una parte il sensibile aumento della aspettativa di vita, dall’altra la significativa riduzione della natalità.

L’Europa, con il 15,5% della popolazione costituita da ultra sessantacinquenni, è il continente più vecchio del mondo; l’Italia, con il 18% di anziani è solo il 14,4% di giovani al di sotto dei quindici anni, è la nazione più vecchia. In Umbria le percentuali degli anziani sono ancora più alte, facendone la Regione più vecchia d’Italia.

Se l’aumento dell’aspettativa di vita ormai consente a molti soggetti di raggiungere l’età avanzata in discreto benessere ed indipendenza, esso contemporaneamente sta determinando la crescita esponenziale di una nuova categoria di malati, che pone problematiche clinico assistenziali così complesse da rappresentare una sfida per l’intero sistema socio-sanitario. La categoria di pazienti o di ospiti ai quali si fa riferimento, è quella degli anziani caratterizzati da una particolare vulnerabilità per la contemporanea presenza di più malattie croniche, fragilità e disabilità, tali da richiedere elevate e specifiche competenze professionali ed una propria e diversa organizzazione assistenziale.

Fragilità e disabilità oltre che l’anziano possono coinvolgere anche altre classi di età: ed è anche a questi soggetti che noi intendiamo rivolgere le nostre cure e attenzioni.

Sulla base delle valutazioni precedenti, la nostra Amministrazione, sensibile e sempre attenta alle problematiche del settore socio-sanitario ritiene necessario e indispensabile che:

  • · l’ospedale di Gubbio-Gualdo Tadino deve rimanere polo d’emergenza con rafforzamento dei servizi e delle unità operative afferenti ( Stroke, 118, Utic con Servizio di Emodinamica ed Elettrostimolazione, Chirurgia d’Emergenza,Rianimazione) e copertura dei primariati;
  • · mantenimento del Punto nascita che ha sempre garantito un’alta qualità in quanto attraverso la formazione continua del personale  ha provveduto in questi anni all’attivazione del parto in acqua e del parto indolore, e che, tenendo conto della localizzazione geografica che copre un vasto bacino di utenza, riesce a garantire quelle situazioni di emergenza-urgenza che, anche un evento naturale come il parto può in alcune patologie mettere a rischio la mamma e il nascituro;
  • rafforzamento del Punto Consultoriale che è stato ultimamente penalizzato con depotenziamento del personale e strutturale considerando il fondamentale ruolo che riveste nella prevenzione-informazione e formazione;
  • nell’ottica sempre enunciata di un’equa suddivisione delle risorse tra mondo ospedaliero e territorio, equa distribuzione di fatto mai realizzata, riteniamo decisiva l’opportuna considerazione della sanità territoriale seppur in un’ottica di forte integrazione tra i due poli con l’obiettivo di implementare le attività del distretto al fine di garantire, attraverso dei percorsi terapeutico.-diagnostico- assistenziali, qualità, appropriatezza ed efficacia nella risposta assistenziale dopo un evento acuto.
  • · conservazione dei posti letto di RSA a carico dell’EASP che, attraverso l’attivazione di n° 14 posti/letto all’interno dell’Ospedale mette a rischio la sopravvivenza della struttura, prevedendo l’adozione di un nuovo Protocollo quale alternativa che dia un grande valore alla nostra struttura cittadina dal punto di vista socio-sanitario ed economico di fronte ai  provvedimenti deliberati dalla Regione in n° posti/letto delle RSA;
  • · quanto definito e sottoscritto nel protocollo d’intesa del novembre 2004 tra Regione dell’Umbria, ASL n. 1, EASP e Comune di Gualdo Tadino e ampliato con la stipula del protocollo del 29 dicembre 2012, deve trovare una puntuale e concreta costruzione  di un piano di reale sostenibilità economica e finanziaria che ad oggi non sussiste e nei fatti ne impedisce la realizzazione;
  • · diversificare gli attuali servizi dell’E.A.S.P., fornendo prestazioni domiciliari di carattere alberghiero, sanitario e di sostegno alla persona, curare l’intero mondo degli anziani, anche con assistenza alberghiera, sanitaria e di conforto, a domicilio.

Dare agli ospiti dell’EASP la dignità di poter vivere in ambienti non promiscui e con maggiori possibilità di passare nel massimo della serenità la propria vecchiaia

FINALITÀ DEL PROGETTO “CALAI” 

  1. a1.       Costruire la Città della salute e del benessere
  2. a2.       Come già detto, si tratta di una proposta di progetto su di un asse socio-sanitario e assistenziale per la Città di Gualdo Tadino, i cui benefici possono e devono coinvolgere l’intero territorio
  3. a3.       Il progetto e la sua realizzazione dovranno dare una risposta a più esigenze in termini di servizi socio assistenziali e sanitari.
  4. a4.       Esiste una eredità storica, culturale e di servizio alla città, che non può prescindere da un impegno anche etico, da parte di chi è chiamato a fare scelte importanti per il futuro di tutti
  5. a5.       La struttura dove opera attualmente l’E.A.S.P. “A. Baldassini” (Ente di Assistenza e Servizi alla Persona), dimostra limiti fisici insormontabili ad esempio in termini di spazio che impediscono di fatto un pur auspicabile miglioramento dei servizi, necessitando tra l’altro di una profonda manutenzione straordinaria.
  6. a6.       Recuperare dal punto di vista funzionale, strutturale ed economico, un intero settore della città
  7. a7.       Realizzare posti di lavoro, forti dell’effetto moltiplicatore del progetto stesso, con particolare attenzione all’occupazione femminile
  8. a8.       Accrescere l’offerta dei servizi socio assistenziali e sanitario all’intero territorio, ma anche fuori regione
  9. a9.       Creare un servizio poliambulatoriale con medici specialisti
  10. a10.  Creare e favorire processi riabilitativi e di integrazione di soggetti svantaggiati Costruire un moderno centro di riabilitazione cardiologica, anche come centro diagnostico cardiologico e di prevenzione primaria
  11. a11.   Creare un centro riabilitativo per le dipendenze più diffuse

FARMACIE

La nostra Amministrazione lavorerà per ottenere un servizio farmaceutico territoriale moderno e per il cittadino

In un’ottica di riorganizzazione del servizio socio-sanitario-assistenziale della regione dell’Umbria, così come nell’attualissimo progetto del “Calai”, dove la valorizzazione e l’integrazione dei servizi socio-saninari-assistenziali trovano sfondo ed obiettivo nella cura completa del cittadino, anche il servizio farmaceutico, se moderno ed adeguato, non può che far parte di questo articolato processo.

Il territorio del Comune di Gualdo Tadino vede la presenza di quattro farmacie che vedono l’impiego qualificato, con ruoli diversi, di circa trenta persone e che vivono, in breve tempo, l’avvicendarsi di tutta o quasi la popolazione gualdese; pertanto il sistema farmaceutico anche nella nostra città, non può che rivestire un ruolo di grande importanza.

Il sistema farmaceutico è unico, è territoriale, è rivolto alla cura esclusiva del cittadino, sia se affidato alla gestione pubblica, che a quella privata. Pertanto non possono che esserci azioni sinergiche ed obbiettivi e finalità comuni, obbiettivi e finalità del resto delineati dalla normativa vigente. La farmacia “comunale” alla quale noi guardiamo con interesse particolare, pur riconoscendo un inevitabile ruolo di integrazione nell’intero sistema farmaceutico, non può che adeguarsi al passo dei tempi. Questi adeguamenti sono necessari, a partire ad esempio da un bilancio amministrativo e soprattutto economico proprio, a un auspicabile, se pur non necessario bilancio sociale, alla informatizzazione del magazzino e di tutto il sistema, ed a quanto altro che possa portare ad una “carta dei servizi” in linea con le esigenze vere della gente.

Il servizio farmaceutico, se valorizzato e maggiormente integrato nel SSN, può dare che un contributo importante anche nel favorire, ad esempio, processi come la deospedalizzazione e il potenziamento delle cure domiciliari, con vantaggi per i cittadini e una più razionale gestione delle risorse disponibili da parte del SSN.

In altre parole, la farmacia come semplice negozio, o dispensatore di farmaci, non ha nessun senso.

Queste indicazioni del resto, sono dettate anche dalla normativa di riferimento, che vedono l’introduzione di  servizi di alta valenza socio-sanitaria, con la partecipazione delle farmacie all’assistenza domiciliare integrata o la presa in carico di particolari pazienti cronici che richiedono un attento monitoraggio, per garantire la massima efficacia nelle terapie: attraverso questi servizi la farmacia può realmente svolgere una funzione nodale nel sistema, migliorando la qualità del servizio offerto al cittadino a costi certi, trasparenti e contenuti.

Anche la distribuzione attraverso la farmacia dei farmaci innovativi  acquistati dalle USL contribuisce a far risparmiare il SSN e a perseguire quella territorializzazione  dell’assistenza sanitaria che è ormai un obiettivo ampiamente condiviso, assicurando al malato il vantaggio di trovare il farmaco in un maggior numero di punti distributivi e con orari di apertura più ampi.

Questi non sono che esempi di ciò che deve enunciare una “carta dei servizi” adeguata: il servizio farmaceutico deve continuamente accrescere la professionalità e riorganizzarsi. Si tratta di elaborare nuove soluzioni per azioni più moderne, adeguate alle esigenze della popolazione, in continua evoluzione. Dobbiamo individuare i nuovi bisogni di salute e sviluppare strategie per radicarci maggiormente sul territorio. L’adeguamento del servizio farmaceutico nel nostro territorio non può che essere all’attenzione di questa Amministrazione.

Le farmacie comunali nascono durante l’era giolittiana con lo scopo principale di erogare farmaci ai cittadini indigenti e ga­rantire l’assistenza farmaceutica in località disagiate dove l’im­prenditoria privata non aveva interesse ad attivare il servizio. Ancora oggi in molte località decentrate la farmacia comunale mantiene la sua funzione di presidio. A Gualdo Tadino non siamo certo in queste condizioni di disagio, ma l’importanza della farmacia comunale e delle altre farmacie private, resta in tutto il suo valore.

Dovremmo comunque porci alcuni nodali quesiti:

Che senso ha oggi per un’amministrazione comunale essere titolare di una farmacia pubblica?

Le farmacie pubbliche hanno lo scopo di:

– garantire concorrenza in un mercato che altrimenti sarebbe monopolio dell’interesse privato;

– garantire spirito etico e di servizio in un’ attività con ampie caratteristiche commerciali;

– fornire un’ informazione indipendente e non consumista sul corretto uso dei farmaci;

– sviluppare servizi aggiuntivi al cittadino (CUP, autodiagnosi, ecc.) allo scopo di facilitare l’accesso ai servizi sanitari conven­zionati e sviluppare una mentalità di prevenzione;

– costituire un punto di ascolto delle esigenze del cittadino in ambito socio-sanitario;

– liberare risorse economiche che possono essere reinvestite nel sociale.

Le amministrazioni comunali possono gestire le farmacie co­munali sia direttamente (gestione in economia) sia a mezzo di azienda speciale o di società partecipata di gestione sottoscri­vendo in un contratto di servizio gli impegni cui il soggetto ge­store deve rispettare a fronte dell’affidamento della gestione della farmacia. Nel contratto di servizio si definiscono i livelli qualitativi del servizio tramite un impegno preso pubblicamen­te con i cittadini (la carta dei servizi), si definiscono le finalità della gestione e i servizi collaterali che il gestore deve garan­tire sul territorio .

Tutto ciò non toglie che va considerato l’intero servizio farmaceutico di un territorio in un contesto più ampio di efficienza dell’intero sistema socio-sanitario-assistenziale.

 

“CARTA DEI SERVIZI” misurata  al territorio ed alle sue specificità

 

Elasticità del servizio, attenzione ad esigenze particolari che possono derivare da un territorio vasto ed eterogeneo, sia dal punto di vista geografico che demografico.

Tutela del cittadino

Le Farmacie Comunali pongono al centro della propria attenzione il Cittadino e quindi tutta l’attività delle Farmacie Comunali è improntata a soddisfare le sue esigenze ed aspettative, non solo di salute, ma anche di benessere, in linea con quelle che sono le attuali aspettative di vita non solo come durata ma anche come qualità. La Farmacia Comunale, nella sua attività di dispensazione di farmaci e di erogazione dei presidi sanitari, secondo gli accordi regionali con il sistema sanitario, dei ser­vizi sanitari e sociosanitari, pone al centro della sua azione il cittadino come legittimo portatore di diritti. Si pone pertanto dalla sua parte e cerca di aiutarlo nella soluzione di problemi che ne limitino l’accesso ai servizi garantiti dal Sistema Sanita­rio Regionale, ponendosi ove possibile come intermediario tra il cittadino e il medico di base, il medico specialista o gli uffici amministrativi della USL. La Farmacia Comunale , su segnala­zione dei Servizi Sociali del Comune, dispensa gratuitamente farmaci, materiale di medicazione, alimenti per la prima infan­zia ai cittadini indigenti ai quali il Comune fornisce dei buoni spesa, ed eroga ai cittadini in difficoltà, sempre su segnalazio­ne dei Servizi Sociali molti altri servizi.

Conclusioni:

Il presupposto è quello di una progettualità di un servizio farmaceutico moderno ed integrato nella rete territoriale dei servizi socio-sanitari-assistenziali, dove ci sia pari dignità dei ruoli tra pubblico e privato, nella consapevolezza di avere tutti stessi finalità ed obiettivi, che sono la salute e la qualità della vita del cittadino. Il nostro sistema farmaceutico, inteso come farmacie di Gualdo Tadino, non può che prendere in seria considerazione tale progettualità.  Al quesito se le farmacie comunali hanno ancora un ruolo, la risposta è certamente che il ruolo esiste, ruolo fondamentale nella salvaguardia della salute e del benessere  del cittadino.

La “carta dei servizi” ha lo scopo di consentire a ciascuno di sapere con precisione quanti e quali servizi vengono erogati, ma anche di conoscere i propri diritti, di poter esprimere consigli e critiche, di poter valutare il servizio ricevuto in rapporto agli standard ed ai principi che le farmacie si impegnano a rispettare. La “carta dei servizi” crescerà e si modificherà nel tempo, con il contributo determinante di tutti coloro che vorranno utilizzare questa opportunità: una sorta di patto tra i cittadini e professionisti che ha come obiettivo primario quello di interpretare i bisogni della popolazione, fornendo risposte puntuali per una soddisfazione della collettività.

Le nostre farmacie comunali, il loro valore storico, la loro funzione, tutti argomenti a noi cari. Consapevoli dell’importanza del ruolo, della professionalità degli operatori, non possiamo non notare una inadeguatezza in alcuni aspetti del servizio, la necessità improrogabile di riprogettare il tutto, in linea con le nuove esigenze, la nuova legislazione, la nuova richiesta di salute, di benessere e di qualità della vita. Per questo la presentazione della nostra proposta, proposta che consideriamo un semplice punto  di partenza, un presupposto per confronto ed approfondimento per chiunque voglia contribuire, tecnici e politici in primis. INSIEME POSSIAMO

L’UOMO, L’ ANIMALE NON UMANO E LA NATURA 

Il valore e le radici della ruralità oltre agli elementi fondanti dei quali abbiamo scritto, passano anche attraverso il rapporto con il mondo animale:

non possiamo non sottolineare le attenzioni che i gualdesi riservano al somaro, protagonista dei “Giochi de le Porte”, attenzioni che potrebbero anche queste concretizzarsi in forme diverse ed altrettanto nobili, quali quelle della onoterapia. E così per il “centro di prima accoglienza per animali” di San Lazzaro, nato all’insegna di un progetto ambizioso, progetto che noi intendiamo completamente recuperare: la prevista pet-terapy, i percorsi didattici per le scuole, i progetti d’inclusione per le persone con disagio fisico e psicologico, il cimitero degli animali già progettato ed autorizzato, così come tante altre iniziative proposte. Un progetto a più valenze ed

a forte integrazione socio-culturale denso di umanità e civiltà.

L’attuale Amministrazione, che siamo sicuri sarà anche la prossima, assicura che il Centro di San Lazzaro avrà tutte le attenzioni che si merita ed l’originale progetto andrà a compimento.

Il ruolo sociale e terapeutico degli animali non umani, è ormai universalmente riconosciuto e la relazione tra esseri umani ed animali non umani è stata fatta oggetto di sistematica analisi filosofica, sino a costituire una branca dell’etica applicata, oggi nota come “Etica animale”. Questo ramo della riflessione etico-filosofica si occupa di argomentare in favore dello status morale degli animali e le conseguenti responsabilità umane. L’intuizione del valore terapeutico degli animali che risale all’antichità, nel tempo ha assunto sempre maggiore importanza, soprattutto dove le capacità di comunicazione e di relazione sono compromesse: il contatto con l’animale ha quelle caratteristiche di immediatezza, spontaneità, assenza di critica, che permettono di superare molti timori e sensi di inadeguatezza.

ONOTERAPIA

PROPOSTA DI PROGETTO DI ONOTERAPIA “IMERO” 

 Dove le capacità di comunicazione e di relazione sono compromesse, il contatto con l’animale ha quelle caratteristiche di immediatezza, spontaneità, assenza di giudizio o critica, che permettono di superare molti timori e sensi di inadeguatezza.

Ci sembra quanto mai opportuno, a Gualdo Tadino, tentare una ulteriore valorizzazione dell’asino, per noi somaro, visto anche il legame fortissimo con la manifestazione popolare più importante della città, “i giochi de le porte”. Valorizzazione e contributo ad una storicità confermata: il somaro costituiva forza lavoro per tante famiglie, soprattutto quelle  che vedevano le loro attività rurali legate alla montagna. Gli equidi, somaro ed il mulo in particolare, per i terreni impervi, il bue per arare i terreni coltivati. Il contributo che questo nobile animale può dare ai nostri giorni, contributo sul quale abbiamo costruito una proposta di progetto di “onoterapia”, deriva soprattutto dalla suo essere dolce, curioso, intelligente, empatico, amante del contatto e con un tasso di aggressività nullo. Particolarmente adatto ad intraprendere attività assistita con animali per soggetti che hanno difficoltà relazionali, emotive ed affettive. Si tratta, infatti, di un animale dai sensi altamente sviluppati e dotato di una intelligenza particolare che esige l’instaurarsi di una relazione con colui che gli sta di fronte. Proprio questo essere empatico fa sì che dopo poco tempo il somaro individui gli eventuali deficit degli utenti e si comporti di conseguenza mostrandosi paziente e comprensivo. Per l’operatore di attività assistita impegnato in progetti di onoterapia, quest’animale diventa lo strumento per facilitare la relazione con l’utente. E’ proprio il somaro, per secoli denigrato, con i suoi modi semplici, accoglienti ed empatici, il suo pelo morbido e caldo, ad aiutare l’utente a ritrovare una comunicazione ed un’affettività di base perse a causa di traumi di varie specie o che gli sono state negate da relazioni diseducative. I progetti di onoterapia necessitano della stretta supervisione di un medico psichiatra che propone percorsi di onoterapia seguiti da un’equipe composta, oltre che dal predetto medico, da un operatore in attività assistita con asini (in possesso di apposito brevetto e con esperienza nel campo delle disabilità psico-fisiche) uno psicologo e un veterinario. I progetti di onoterapia sono variegati e debbono essere programmati su misura per le varie situazioni specifiche o legate ai fabbisogni degli utenti. Il campo d’intervento dei progetti di onoterapia è vasto e di tali progetti possono beneficiare sia utenti con disabilità psico fisiche sia utenti con problematiche di bullismo o che vivono situazioni di dissociazione sociale.

 

Finalità e obiettivi:

 

“A”

A1. Attivare un percorso di riabilitazione neuromotoria attraverso il somaro con l’ausilio di uno staff composto da insegnanti, famiglia, neuropsichiatri, psicologi, fisioterapisti, medico-veterinari, curatori degli animali, addetti alla formazione, informazione e comunicazione, greecc..

A2. Costruire un raccordo didattico-educativo mediante percorsi programmatici che privilegino:

  • la comunicazione visiva
  • le stimolazioni, sonore, tattili e posturali

A3. Motivare il processo di apprendimento attraverso la proposta di esperienze stimolanti, che facciano sentire il soggetto o i soggetti interessati con problemi, una volta tanto, addirittura privilegiato in quanto destinatario di proposte qualificate e motivanti.

 

“B”: rivalutazione storico-culturale del somaro, della ruralità e del territorio

 

“C “: valorizzazione ulteriore del legame “somaro” manifestazione “Giochi de le Porte”

 

“D” Approfondimento antropologico-filosofico-culturale del rapporto uomo- animale non umano-natura

 

Obiettivi degli interventi terapeutici:

 

  • fisici: migliorare le capacità motorie e l’equilibrio fisico;
  • comportamentali: raggiungere un miglior controllo della propria iperattività, raggiungere un rilassamento corporeo e acquisire delle regole;
  • psichici: aumentare le interazioni verbali tra gli individui di un gruppo, migliorare le capacità di attenzione e di apprendimento, favorire lo sviluppo di capacità relazionali e ricreative, incrementare l’autostima, ridurre l’ansia e la solitudine;
  • educativi: recuperare la memoria a breve e a lungo termine, migliorare la conoscenza di concetti misurabili come il calore, la grandezza  e il peso;
  • motivazionali: migliorare la socializzazione, migliorare le interazioni con altre persone.

 

DESTINATARI

Persone con fragilità e disabilità fisiche e psichiche.

Una volta verificato che i destinatari non presentino controindicazioni sotto il piano medico verrà compilata una scheda di valutazione  insieme all’equipe integrata (scuola, servizio sanitario/famiglia e terapisti della riabilitazione equestre) .

 

RISORSE UMANE

 

Staff operativo formato da:

Addetti alla cura dei somari

Psichiatri

Psicologi

Fisioterapisti

Terapisti della riabilitazione equestre

Sociologi

Medico-Veterinari

Addetti alla formazione, informazione, comunicazione

 

(Per abbattere i costi, ove possibile, si potrebbero utilizzare professionisti dipendenti dell’USL Umbria 1 e 2, e/o di altri enti pubblici)

 

RISORSE ANIMALI NON UMANI

Numero quattro soggetti animali, somari, messi a disposizione da ognuna delle “quattro Porte”

Si tratta di somari vecchie glorie dei “Giochi de le porte”, pensionati di lusso, che darebbero un ulteriore contributo a Gualdo ed ai gualdesi.

 

RISORSE MATERIALI

Ricoveri per animali non umani, gli stessi delle quattro Porte

Corredo necessario al contenimento, all’utilizzo ed alla cura dei somari

Alimenti dei somari

Mezzo di trasporto : pulmino a noleggio

Materiali didattici prodotti e forniti dal Soggetto attuatore il Progetto

Materiali utili alla valutazione

(Tale attività può essere monitorata controllando i seguenti parametri, attraverso l’utilizzo del materiale videoregistrato e delle schede di valutazione allegate:

stato emotivo: si pone attenzione al cambiamento che i ragazzi manifestano quando sono a contatto con il cavallo (la motivazione all’attività ricade sull’aspetto emotivo generando cambiamenti nell’umore, nell’attenzione e nella partecipazione);

livello motorio: si osservano principalmente i miglioramenti nel movimento globale, nella motricità fine, nell’equilibrio, nella coordinazione, nel tono muscolare, ;

livello di socializzazione: attraverso l’incremento delle occasioni di interazione con i coetanei si valuta la capacità di lavorare in gruppo ed il rispetto delle regole sociali, sperimentando momenti di integrazione;

livello di comunicazione (verbale, gestuale, affettiva): la specifica relazione con l’animale sprona ad una autonoma ricerca qualitativa e quantitativa nello spettro comunicativo;

aspetto cognitivo di presa in carico di una consegna:

a) tempi di lavoro

b) livelli di attenzione

c) sequenze operative

d)strategie di problem solving, disponibilità alla relazione/motivazione all’attività;

autostima:l a capacità di guidare un animale simbolo di forza e bellezza e la possibilità di accudirlo favoriscono un ritorno di immagine positivo, coinvolgimento della famiglia e risultati nella vita quotidiana).

 

PIANO FINANZIARIO

Corso di formazione rivolto a tutti i professionisti dello staff, organizzato da USL Umbria 1, in seno al proprio piano formativo (possibile a costo zero)

Convegno, con punteggio ECM, sull’Onoterapia, rivolto a tutte le figure potenzialmente coinvolte e coinvolgibili ( da realizzare possibilmente a Gualdo Tadino o all’Auditorium dell’Ospedale di Branca (possibile a costo zero).

 

INNOVATIVITA’ DEL PROGETTO

La caratteristica primaria del progetto IMERU, in continuità con le politiche sociali messe in atto dalla Regione Umbria, e in previsione di ciò che siamo certi si farà, dove la particolare forma d’interazione tra ragazzi ed animali, l’ippoterapia, per sostenere lo sviluppo psico-motorio dei ragazzi disabili e la loro integrazione in un contesto sociale equo avrà un ruolo importante.

Saranno promosse sponsorizzazioni di enti e imprese.

 

INCIDENZA DEL PROGETTO SUL TERRITORIO O SUI TERRITORI DI RIFERIMENTO

Le iniziative di informazione, che corredano il progetto, hanno anche la funzione di sensibilizzare l’opinione pubblica in sede locale e regionale, sulla promozione di inedite sinergie – fortemente ancorate alle specificità  socioeconomiche e culturali dei territori – fra Scuola, Reti di operatori privati e culturali, generazioni diverse, Ambiti territoriali sociali ed Istituzioni a vari livelli.

 

COERENZA CON LE POLITICHE REGIONALI

Crediamo che il progetto IMERO, si caratterizzi per una piena e attiva conformità agli indirizzi strategici regionali, in particolare per quanto attiene alle “azioni per lo sviluppo di relazioni, di solidarietà e di integrazione sociale sui territori” Si tratta di una tipologia di intervento peraltro rispondente al ruolo centrale della famiglia, così come auspichiamo si definisca nella programmazione sociale regionale. Il progetto dunque si anima pienamente della “strategia della partecipazione”, sociale e istituzionale, ispirandosi alla logica della sussidiarietà orizzontale (la società locale) e verticale (la tematica specifica degli  adolescenti con disabilità e non).

 

INCIDENZA DELL’INTERVENTO SULLO SVILUPPO DELL’ASSOCIAZIONISMO DI PROMOZIONE SOCIALE

Gli enti proponenti intendono proporre una sperimentazione di un’alleanza innovativa fra Istituzioni e strutture a forte caratterizzazione sociale, per supportare le esigenze di particolare fascia sociale, tentando di costruire un più dinamico dialogo sociale bidirezionale e, in una parola, di rinsaldare legami sociali di forte valenza strutturale.  Il ruolo strategico di tali strutture associative offre la possibilità di cogliere l’importanza dell’associazionismo sociale, delle reti di relazioni solidali, quale fattori determinanti nella costruzione di soglie più elevate di convivenza e solidarietà civili

AREE VERDI PER CANI (DOG PARK) 

Nell’ambito degli interventi promossi dalla nostra Amministrazione per lo sviluppo di corrette relazioni di convivenza tra proprietari e non proprietari di cani, era previsto l’ allestimento dii spazi di pausa nell’area urbana.

Riproponiamo tale progetto, con la certezza della sua realizzazione
L’area chiamata zone di “sgambatura”, o  anche dog park, sarà recintata, opportunamente corredata dei necessari supporti, dotata di apposita cartellonistica; sarà organizzata negli spazi verdi del tessuto cittadino dove i cani di proprietà possono muoversi liberamente. Per poterne godere appieno sarà necessario rispettare alcune regole semplici e al tempo stesso fondamentali per una sana convivenza reciproca. Anche Gualdo, come molti comuni italiani puntano a diventare sempre più pet friendly, ovvero più vivibile per gli animali e per chi li ama. In questa direzione va la creazione di uno spazio verde nei quali i cani possono giocare tranquillamente e socializzare tra loro senza creare problemi agli altri cittadini che potrebbero essere intimoriti o infastiditi dalla presenza degli animali.
La crescita esponenziale del numero di queste aree “a misura di cani e padroni” dimostra l’apprezzamento sia da parte di tutti i cittadini che delle amministrazioni comunali. Tuttavia è bene precisare che la loro presenza va vissuta come un diritto ma anche come un privilegio; in altri termini esisteranno infatti, delle regole da rispettare, che sono nell’interesse di tutti. Sarà redatta anche una piccola guida per capire come utilizzare al meglio l’ area verde per i cani e godere della preziosa opportunità di convivenza e socializzazione fra gli animali. Ciò ci permetterà, crediamo, di dare parte della risposta al fenomeno di profonda inciviltà delle “esche avvelenate” sul cui aberrante fenomeno abbiamo intrapreso e continueremo ad intraprendere una battaglia di civiltà. Nel XX secolo la moralità delle relazioni fra essere umani ed animali non umani è stata fatta oggetto di sistematica analisi filosofica, sino a costituire una branca dell’etica applicata, oggi nota come “Etica Animale”. Questo ramo della riflessione etico-filosofica si occupa di argomentare a favore dello status morale degli animali non umani e di analizzare le conseguenti responsabilità umane.  Esche avvelenate? Prima di tutto un problema culturale e di civiltà: un aspetto importante, dell’etica della responsabilità; perché nel caso dell’animale non umano, in quanto paziente morale, non vale il concetto di reciprocità, dove ad un diritto corrisponde un dovere. Noi animali umani, siamo responsabili anche per loro. Molto si è fatto, moltissimo ancora da fare: informare, divulgare, coinvolgere il più possibile, a partire dal mondo della Scuola. Detto ciò, alcune valutazioni di carattere tecnico. L’avvelenamento di animali tramite l’abbandono di esche tossiche nell’ambiente è sempre un comportamento irresponsabile ed illecito. Purtroppo si tratta di un fenomeno noto e largamente diffuso. Spesso le cause sono accidentali, determinate dall’incauto utilizzo o conservazione di sostanze velenose utilizzate come antiparassitari in agricoltura o nel giardinaggio o nel controllo di mosche, topi, lumache,  talvolta invece sono dolose. Uccidere animali selvatici o domestici, quali cani, gatti o volpi, attraverso l’uso di esche avvelenate è considerato un reato ai sensi del codice penale e la denuncia contro i responsabili, sospetti tali o ignoti consente di migliorare il monitoraggio ed i controlli sul territorio per prevenire i rischi per le persone, gli animali e l’ambiente.  INSIEME POSSIAMO 

CERAMICA E TERRITORIO, QUALITA’ DELLA VITA E BELLEZZA 

 L’Amministrazione comunale è impegnata a favorire la partecipazione degli operatori e imprenditori del territorio al maggior numero di iniziative che è possibile realizzare nel nostro contesto o al di fuori con l’intento di confrontarci con altre realtà.

Si intende interpretare i progetti riguardanti l’artigianato di pregio, come espressione del  territorio nella sua integralità, a partire ovviamente dal mondo della ceramica, ma legato ad altre iniziative culturali e produttive. Essendo le nostre terre ricche di produzioni agroalimentari di assoluta qualità, olio di oliva, carni e prodotti di lavorazione delle carni, latte e derivati, miele e tutti i prodotti di origine animale, legumi e ortaggi, piante aromatiche e quanto altro, prodotti peculiari dalle caratteristiche organolettiche inconfondibili nei quali si rispecchiano millenni di civiltà e di ruralità, è a tali nobili produzioni ed alla loro valorizzazione e promozione che viene  affidata almeno parte di una auspicata e possibile ripresa economica e culturale, creando una possibile sinergia ed integrazione tra tutti i settori produttivi. Fornire l’opportunità ai nostri operatori di mostrare un loro “biglietto da visita”, di illustrare al mondo la indiscussa qualità della ceramica gualdese, di assoluto pregio ed inconfondibile, spesso opera d’arte più che opera artigianale, dove forme e colori partecipano armoniosamente al bello, bellezza che non fa certo difetto anche negli oggetti nati per l’uso quotidiano, legandola contestualmente alle produzioni agroalimentari anche esse di pregio.

Gualdo Tadino è la città della Ceramica, ma è anche la città dell’acqua, dell’olio di oliva e della birra, è la città dove la “lavorazione del maiale” presenta una sua ritualità che affonda le radici nella notte dei tempi.

Questi alimenti che dalle nostre parti sono più che mai nutrimento, del corpo e dell’animo, sin dall’origine dell’uomo, sono contenuti, cotti, cucinati, proposti, consumati, in oggetti di ceramica: legame indiscusso ed indissolubile che nemmeno l’acciaio, l’alluminio, il vetro o la plastica, e tutti gli altri materiali moderni, sono riusciti a vincere mai sino in fondo. La ceramica è calore, vita, tradizione, arte. Il più semplice degli oggetti in ceramica è bello in sé, l’uso che se ne fa, diviene quasi aspetto secondario.

Intendiamo proseguire pertanto per la nostra città in un cammino avviato di promozione e valorizzazione dell’intero territorio ed in particolare del mondo della ruralità e della ceramica che ha visto ad oggi la partecipazione di alcuni nostri operatori al progetto come “Il Cielo d’Italia” o “Buongiorno Ceramica” sempre in collaborazione con l’AICC, associazione della quale la Città di Gualdo Tadino, fa parte.

L’ obiettivo è  realizzare progetti a forte integrazione e partecipazione, dove tutte le forze attive del territorio possano confluire fattivamente. In un mondo vasto e composito quale quello della ceramica, dove un esempio edificante e qualificante per la città di Gualdo è la tecnica del lustro, si intende sottolineare in particolare il rapporto esistente, fin dall’origine dell’uomo, tra il mondo della terracotta e le altre produzioni di qualità.

Alcuni operatori del settore si occupano in maniera specifica di produrre manufatti destinati all’uso e in particolar modo al mondo culinario; tali oggetti, risultano essere di una pulizia ed essenzialità delle linee ed delle forme da poter entrare anch’essi a pieno titolo tra gli oggetti artistici; nella nostra ceramica le linee tra artistico ed artigianato non sono mai nette e ben distinguibili.  È altrettanto vero che molti di questi oggetti, che hanno raggiunto il mondo intero, sono destinati, seppur belli, all’uso quotidiano e il rapporto strettissimo con il cibo risulta essere evidente e necessario. Sono quegli oggetti che permettono di trasformare il prodotto crudo, frutto di natura, in prodotto cotto frutto di cultura e civiltà. E’ talmente vero che non c’è termometro migliore per misurare il grado di civiltà di un popolo che quello di andare a vedere le sue cattedrali, le sue opere d’arte, ma soprattutto la sua cucina; ed in questo l’ Italia,  l’Umbria in particolare, e le nostre terre, sono in grado di proporre una cultura profonda e diversificata. Non a caso, tra le civiltà più antiche ed importanti, insieme alla nostra, troviamo quella cinese dove la cucina è estremamente ricca ed articolata.

La nostra ceramica vive a pieno la confluenza degli elementi dove terra, acqua, fuoco ed aria  determinano il manifestarsi incantato e miracoloso di oggetti che originatisi dal nulla, attingono direttamente all’essenza ed alla solennità della materia, tramutandosi in forme e colori.

Il nostro territorio fortunatamente non del tutto sconvolto dalla “rivoluzione industriale”, mantiene lembi e prerogative dove è possibile leggere per intero le radici della ruralità, delle civiltà agricole e rurali che trovano origine da almeno 5000 anni, e che si esplicano soprattutto dopo la conquista dei Romani ed il sinecismo etrusco,  troviamo nelle nostre terre non soltanto tracce, ma ancora aspetti vivi quali ad esempio l’allevamento di razze animali particolari, come il bovino di razza chianina.

La lavorazione, come detto, di prodotti di origine animale e del mondo vegetale presenti in maniera esclusiva soltanto nei nostri territori, ci permette di organizzare  progetti dove il riconoscere un legame forte e spontaneo tra mondo della ceramica e il mondo del cibo è diretto e implicito.

I prodotti dell’agricoltura sono cibo, alimento, nutrimento. L’uomo muta il paesaggio semplicemente abitandolo ed il paesaggio di qualsiasi ambiente abitato va, come più volte ripetuto, a finire sempre e comunque nel piatto. Per misurare lo spessore storico e la civiltà di un Paese, di una città, di un territorio, non c’è riferimento più esatto, ribadiamo, della ricchezza e varietà culturale delle opere d’arte, ma anche della propria cucina. Anche l’universo del cibo va pertanto legato al verbo latino colere, da cui dipartono, in una unità coerente di significato, le parole “coltura”, “cultura”, “culto”.  Per noi cibo cotto vuol dire civiltà e rappresentazione completa e totale del territorio in tutti i suoi aspetti: ed è per questo che coinvolgeremo nei vari progetti  tutti gli operatori, gli imprenditori ed i produttori gualdesi e dei territori limitrofi da sempre impegnati, a vario titolo, a promuovere, valorizzare, creare occupazione.

Terra, acqua, aria e fuoco: la terra, l’acqua, il sole necessari a maturare i frutti segno di coltura, cultura e culto, natura cruda, cibo, alimento, che si trasforma in nutrimento attraverso il fuoco. Il cuocere i cibi, il cuocere il pane, poneva il limite di distinzione anche geografico della civiltà. Ecumene culturale ed ecumene alimentare vanno di pari passo. Ma la terra ed il fuoco permettono il pieno determinarsi del senso artistico dell’uomo, attraverso la terra cotta, con la produzione di oggetti  essenziali, puri nelle forme e quindi anche profondamente artistici: la terra con la sua malleabilità, con la sua infinita potenzialità di forme e di volumi; il fuoco con la sua energia che trasforma e rende durevole.

Una prototipia necessaria ed inevitabile che fa di ogni oggetto una cosa a sé, unicità d’intenti, alterità di prodotto: l’unicità come valore aggiunto, unicità di forma, di volume, di colore, allo stesso tempo molteplicità della forma espressiva,  universalità ed essenzialità.  E’ la stessa terra che coltivata ha permesso cinquemila anni di agricoltura e di civiltà. E’ lo stesso fuoco dei Debbi, pratica con la quale i primi coloni strapparono spazi alla natura selvaggia trasformandola in civile, che a Marzo, un tempo primo mese dell’anno, bruciava in una sorta di catarsi il vecchio, lasciando tempo e spazio al rinnovamento; il medesimo fuoco che cuoce che cuoce i cibi e che vetrifica la ceramica. L’acqua di sorgente, pura, limpida, contenuta nelle brocche, antitetica all’acqua ferma di palude.

Dagli uomini che un tempo con terra colorata tracciavano le forme del bisonte sulla parete di una caverna come a Lascaux, in Francia, quindicimila anni fa, si è giunti ai giorni nostri dove la stessa terra è oggetto di tantissime proposte, idee, concetti, colori, forme, volumi. L’arte può significare cose diverse in tempi diversi, in sostanza l’arte non progredisce  e quando l’arte è solennità della materia, è totale ed assoluta immediatezza, è il sentire che si traduce in un attimo senza rinvii di nessun genere, allora l’artista è molto vicino a giungere al punto nel quale l’esistenza dell’uomo collima con l’essenza stessa.

Il dono dell’albero di Minerva, l’olio, unito al pane ed al vino, verrà incorporato misticamente nel nome, nel corpo e nel sangue di Cristo, formidabile sintesi e centro dell’ecumene mediterranea nella pienezza dei tempi.

Sono tantissimi i riti legati al cibo e alla ceramica che è sempre presente: vasi, vaselle, scodelle, pentole, piatti, anfore, brocche, boccali, coppette, pigne e pignatte (Pignate Gualdenses), olpi, olle, casseruole, padelle, bacili costituiscono contenitori imprescindibili.

Il tutto era servito in contenitori in terra cotta, sempre diversi e sempre uguali a se stessi, capaci di annullare la linearità temporale, opere d’arte che divengono prima che manufatti, paesaggio dell’animo: frutto sì del vissuto, ma espressione dell’immediato, dove il vero ed il bello si fondono e la materia, così solenne e vera, presta non il segno, non il simbolo, presta se stessa.

Purezza originaria, in cui l’uomo mantiene un rapporto diretto e genuino con la realtà, ne sa cogliere senza mediazione alcuna, la verità e la bellezza, sa esprimere il mistero e la magia del vivere: l’essenzialità.

E la manualità, la cultura del fare, la gestualità compiuta e ripetuta nei millenni, vincono l’insulto del tempo di più e meglio di opere apparentemente immortali, monumenti, ai quali l’uomo affida la sua speranza di infinita perpetuazione.

La civiltà rurale ed i suoi immensi valori, in questa collocazione di frontiera dove il paesaggio, la natura, non si fermavano nemmeno davanti agli usci delle misere abitazioni,  invadendole: invadendole sotto forma di caldo soffocante, di gelo pungente, di mucchi di ghiande e di orzo nelle insufficienti poverissime stanze o di pannocchie di granoturco del colore del fuoco che illudono e sembrano emanare calore nel freddo impietoso dell’inverno. E degli animali conviventi che trasformavano ogni abitazione in un presepe, e degli animali li fuori, vicini e terribili: i pochi cocci, le brocche per l’acqua sui “versatoi”, le pigne tenute a stento insieme da maglie di ferro, con il loro borbottio continuo, accanto al focolare, unica certezza di vita e di miseria.

Quando Proserpina è alla corte di Ade e la natura riposa e si addormenta, il culmine del solstizio d’inverno vede il sacrificio del maiale per festeggiare l’arrivo del nuovo anno; ma anche il ritorno di Proserpina tra noi ed il totale risveglio della natura, vede il sacrificio del maiale femmina a Maia ed a Cerere, per favorire le messi ed il raccolto.

La profondità delle radici della ruralità, le sue espressioni in grado di tradurre la linearità del tempo in circolarità dello stesso, i gesti e le azioni che accompagnano l’uomo nel corso dei millenni, sono sempre nuovi ma anche uguali, nel produrre i frutti della terra e nell’utilizzare la terra stessa come materia da cuocere nelle fornaci per produrre i propri manufatti: nutrimento gli uni, nutrimento gli altri. E’ per questo che nei vari progetti ci sembra doveroso sottolineare questo  inscindibile legame che nelle nostre terre è storicamente dimostrato a partire dagli Antichi Umbri insediati a “Colle i Mori”: i Tarsinates.

Non possiamo non prestare attenzione a tutti i contenitori dedicati nel corso dei secoli agli alimenti liquidi: acqua, olio, vino, aceto, birra.

Promuovere le nostre produzioni di qualità: INSIEME POSSIAMO